COSI’ L’UCRAINA E’ RIUSCITA A SFONDARE IN RUSSIA: “VELOCITA’ E SORPRESA, I SOLDATI DI MOSCA ERANO SBALORDITI”
GLI UFFICIALI HANNO APPRESO L’OBIETTIVO DELLA MISSIONE SOLO TRE GIORNI PRIMA, I SOLDATI SEMPLICI 24 ORE
Per la prima volta dopo molti mesi le cittadine e i villaggi ucraini della regione di Sumy lungo il confine russo di Kursk dormono sonni tranquilli. Era dallo scorso autunno che le artiglierie nemiche li prendevano di mira notte e giorno. Non c’è nucleo urbano che non mostri i segni dei bombardamenti. E gli abitanti rimasti adesso fanno il segno di vittoria ai tank e alle colonne cariche di soldati che entrano in territorio russo.
Martedì 6 agosto poco dopo le cinque di mattina, per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa 30 mesi fa, sono stati gli ucraini dell’esercito regolare ad attaccare al di fuori dei loro confini. Alcuni reporter stranieri a Kiev, tra i quali quello del New York Times, hanno avuto accesso alle zone dello sfondamento alla dogana della cittadina russa di Sudzha, dove transita il più importante gasdotto verso l’Europa. Le immagini della zona doganale mostrano edifici distrutti, macerie, strade segnate dai colpi di mortaio e cannonate.
I rari soldati che accettano di parlare raccontano di intensi combattimenti iniziali, ma durati poco. I russi non erano pronti, sono stati colti assolutamente di sorpresa. Le scene rammentano quelle della fuga russa da Izium nell’autunno 2022, quando gli ucraini fecero incetta di prigionieri, trovarono depositi di munizioni intatti, fecero irruzione negli accampamenti abbandonati in fretta e furia, con i piatti del rancio colmi ancora in tavola e i sacchi a pelo nelle baracche.
Sappiamo che i comandi ucraini sono stati molto attenti a mantenere il segreto. Si addestravano nelle foreste poco distanti alla zona dell’avanzata, ma non sapevano che avrebbero operato verso Kursk, credevano che sarebbero stati mandati nel Donbass, dove è il centro della guerra. Gli ufficiali hanno appreso l’obbiettivo della loro missione a soli tre giorni dall’ora x, i soldati semplici 24 ore prima.
La strategia è nota: dovevano correre, specie le teste di ponte, sfondare e continuare in avanti. «Abbiamo incontrato i soldati russi sbalorditi. Un gruppo beveva il caffè nel suo campo tra gli alberi, si sono arresi senza sparare un colpo», raccontano. Superata la prima linea russa, per un paio di giorni hanno trovato il nulla a fermarli. Più tardi hanno dovuto fare i conti con l’aviazione e i droni nemici, ma le unità di terra si erano dileguate o addirittura non c’erano mai state. È la conferma per l’ennesima volta del vecchio detto per cui la miglior difesa è l’attacco. Come per i soldati israeliani durante la guerra del Kippur nel 1973. Allora Israele era stato colto di sorpresa dall’attacco arabo, stava perdendo uomini e mezzi come mai era accaduto. Poi Ariel Sharon attraversò all’improvviso il Canale di Suez, prese gli egiziani alle spalle e il quadro bellico subì un totale rovesciamento.
In questo caso, tuttavia, la situazione ucraina resta molto più precaria. Ed è difficile che l’attacco rappresenti una svolta decisiva nel quadro generale. Lo spiega al Corriere da Kiev l’esperto militare Roman Svitan. «La nostra avanzata a Kursk dipende interamente dalle decisioni dello Stato maggiore russo. Devono trasferire le riserve dal fronte del Donbass, bastano 1.500 o 2.000 tra i veterani spostati a Kursk. Certo loro fermeranno l’offensiva del Donbass, ma noi saremo costretti a ritirarci da Kursk, magari a tornare alle linee di partenza sul confine internazionale. Se però non lo facessero, e per ora non vediamo movimenti significativi, allora noi potremmo avvicinarci alla centrale nucleare, o allargarci a Belgorod e Bryansk».
Quanto alle limitazioni all’uso delle armi alleate, Svitan sottolinea che sono vietati solo i missili a lungo raggio in territorio russo: Atakam, Taurus, Scalp, Storm Shadow. E considera i divieti italiani poco rilevanti. «Non abbiamo molto materiale bellico italiano utile per questa offensiva — commenta —. È importante il sistema anti-aereo SAMP-T, ma è italo-francese e non lo posizioniamo certo entro i confini russi».
(da Il Corriere della Sera)
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