DALLA UE UNO SCHIAFFO A NORDIO, ITALIA DOVRA’ REINTRODURRE IL REATO DI ABUSO D’UFFICIO
NELLA DIRETTIVA ANTICORRUZIONE E’ PREVISTO IL REATO DI “ESERCIZIO ILLECITO DI FUNZIONE PUBBLICA” , IN PRATICA L’ABUSO D’UFFICIO ELIMINATO DAL GOVERNO MELONI CHE AVRA’ DUE ANNI DI TEMPO PER ADEGUARSI
Oggi il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla
direttiva anticorruzione, che contiene le norme minime con cui gli Stati membri definiscono e sanzionano i reati di corruzione nel loro codice penale, oltre a una serie di misure per prevenire la corruzione e rendere indagini e azioni penali più efficaci.
Dopo l’accordo di oggi, praticamente blindato, la direttiva si avvia ora verso il via libero definitivo, che dovrà passare dal voto in plenaria e dall’ok del Consiglio. A quel punto gli Stati
saranno chiamati a recepirla entro due anni dalla pubblicazione.
In base all’accordo sul testo, verrà stabilito uno standard a livello Ue, in modo che una serie di atti vangano criminalizzati e definiti allo stesso modo in tutti gli Stati membri. I reati che diventeranno punibili come reato penale in tutta l’Ue sono quelli di corruzione nei settori pubblico e privato, appropriazione indebita, traffico di influenze, intralcio alla giustizia, arricchimento da reati di corruzione, occultamento e alcune gravi violazioni dell’esercizio illecito di funzioni pubbliche, spiega il documento.
Grazie anche all’intervento del M5s è stata aggiunta una norma, l’articolo 11, che sostanzialmente prevede l’introduzione obbligatoria del reato di esercizio illecito di funzione pubblica, l’equivalente dell’abuso d’ufficio che è stato abrogato in Italia nel 2024 dal ministro della Giustizia Nordio. Parliamo del reato, previsto dall’articolo 323 del Codice penale, che puniva chi, in qualità di pubblico ufficiale, abusava del suo potere per procurare a sé o a altri un ingiusto vantaggio oppure un danno. La decisione del governo Meloni nasceva dal fatto che il 94% dei processi per abuso d’ufficio finiva con una assoluzione. Sull’abolizione si era espressa anche la Consulta, stabilendo che non è incostituzionale.
Il testo dell’articolo 11 prevede che Gli Stati membri adottino le misure necessarie affinché almeno alcune “gravi violazioni della legge nell’esecuzione o nell’omissione di un atto da parte di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni siano punibili
come reato, se commesse intenzionalmente. Gli Stati membri possono individuare le categorie di pubblici ufficiali ai sensi della presente direttiva che rientrano nell’ambito di applicazione personale di tale reato”.
Per il Movimento, si tratta di un duro colpo per il governo Meloni: “La direttiva anticorruzione, approvata in sede di trilogo dopo un negoziato durato mesi, prevede l’obbligatorietà per gli Stati membri di introdurre nel loro ordinamento penale il reato di esercizio illecito di funzione pubblica, l’equivalente dell’abuso d’ufficio cancellato in Italia”, spiega in una nota Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 stelle uno dei relatori della direttiva anticorruzione per il Parlamento europeo.
“Le Istituzioni europee riconoscono che questo reato sia vitale nella lotta alla corruzione e la sua approvazione impone, dunque, il recepimento anche nell’ordinamento italiano dal quale la previsione del reato era stata tolta a opera della maggioranza di centrodestra e in particolare del Ministro Carlo Nordio che si era intestato la cancellazione dell’ex articolo 323 del Codice penale facendo persino ostruzionismo in Consiglio. Non si è era mai visto un Ministro della Giustizia che ostacola la giustizia”, ha aggiunto.
(da Fanpage)
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