DALLE MASCHERINE CHE UCCIDONO AI “FASCISTI DEL PD”, LA PIAZZA NO MASK E’ UN’ORGIA DI COMPLOTTISTI
A SAN GIOVANNI VA IN SCENA IL CIRCO NEGAZIONISTA
C’è un po’ di sovranismo mischiato a ribellione (per non dire negazione) a San Giovanni, in quella che è stata definita la “marcia della liberazione”: dalla dittatura sanitaria, dalle restrizioni dovute alla pandemia, dall’Europa, dal governo di “quell’assassino” di Giuseppe Conte, come le definisce un militante di Vox Italia. D’altronde, libertà è una parola talmente bella che sta bene con tutto.
In piazza c’è tanta gente, un duemila persone
Prima che tutto cominci, qualche raccomandazione: “niente assembramento, mi raccomando, e indossate le mascherine”. Qualche mugugno dal pratone, mentre una coppia viene allontanata dalla piazza perchè non indossavano le protezioni richieste (torneranno più tardi, lei con la mascherina lui ancora ostinatamente senza).
Poi la precisazione: “anche se non siamo d’accordo con certe regole, siamo obbligati a rispettarle. Ricordiamo: questa non è una manifestazione no mask”.
Come scritto, c’è un po’ di tutto ma la ribellione contro i dpcm goverativi sono un fattore comune tra i manifestanti. Nello stesso istante in cui comincia l’evento, con lo speaker che ricorda a tutti, ancora una volta, “con la mano sul cuore”, il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine, una volante della polizia arresta un manifestante perchè privo.
“Siamo costretti a rispettare queste regole imposte dal regime. E vi chiedo scusa”. Immediatamente viene spiegato come “i negazionisti, gli incitatori d’odio, non siamo noi ma i media di regime, i partiti asserviti alle multinazionali”. In particolare, “il fascistoide Partito democratico”.
Dalle parole di chi si alterna al microfono emerge come l’unica fede sia la Costituzione del 1948, svilita dal neoliberismo e dal governo attuale.
“Ci state diffamando, noi non siamo no mask: noi siamo qui per altro”. Sovranismo, lavoro, diritti. Del virus si parla ma solo per dire come venga “utilizzato in modo strumentale, per diffondere paura, per imporre politiche economiche neoliberiste”. Insomma “questa”, dicono, ”è una lotta tra popolo e èlite. Ci avete frainteso”. Innegabile, però, un’insofferenza generale verso le misure di prevenzione.
Come a dire, probabilmente il messaggio che si voleva far passare è stato pure frainteso ma non si è fatto niente per dimostrare il contrario.
Anzi, la mascherina viene vista come un simbolo politico “imposto da una dittatura, come il velo musulmano”. Si nutrono forti dubbi suo utilizzo (“il virus passa lo stesso”) e le vittime del coronavirus non sono morte a causa del virus, ma “assassinate”. Dei mandanti delle 36mila vittime, nessuna traccia.
Poi è il momento della solidarietà europea, dai gilet gialli francesi, agli inglesi “che hanno ottenuto la Brexit. Siamo pronti anche noi a lottare, alla disobbedienza civile”. Si urla in difesa della “sanità pubblica, per chi non può curarsi se non ha i soldi”. Ma non solo. “Con la scusa del Covid-19 sono state cancellate 14 milioni di visite diagnostiche. Sono aumentati i morti di cancro, di diabete, di infarto”.
C’è una confusione generale nella lotta, sia sopra che sotto al palco: contro le multinazionali, la destra, la sinistra, contro l’abolizione del contante. La folla si eccita a qualunque presa di posizione venga urlata e si infervora solo di fronte alla richiesta del rispetto delle regole sanitarie. Pare che il messaggio degli organizzatori non sia passato neanche a molti di loro.
Improvvisamente sul palco si presenta un antieuropeista austriaco che, con un italiano tipicamente caricaturale da chi viene dal suo paese, chiede di “rompere con l’euro e poi con l’Unione europea. Viva l’ItalExit”, grida l’austriaco.
Passa il microfono al prossimo oratore e dalle parole di quest’ultimo la sovranità nazionale cede anche al fascino dell’Allemagna, dove gli omologhi sovranisti tedeschi hanno sfilato “a milioni a Berlino e in centinaia di migliaia nelle altre città ”.
Tra i tanti diritti costituzionali elencati, c’è anche quello all’istruzione. Viene denunciato “un regime di polizia” nelle scuole, dove “docenti e bidelli alzano le mani sui bambini perchè non indossano correttamente le mascherine. Si stanno moltiplicando le morti dei bambini a causa delle mascherine. Nei dpcm c’è scritto che si deve utilizzare un foulard, perchè l’Italia non è malata”.
Lo dice Solange Hutter, preside del liceo Marini-Gioia di Amalfi che vede nel distanzialmento sociale un “concetto disumano”, come detto da lei stessa circa un mese in una conferenza alla Sala stampa della Camera. Parla di bambini lasciati soli in una stanza “per un colpo di tosse o uno starnuto. Tutto questo è già accaduto. Spegnete le televisioni”, urla, “usate il vostro cervello”. Poi ammonisce: “Studiate!”. Applausi scroscianti.
La manifestazione (statica) va avanti con slogan sui quali la folla si riconosce. Si passa da un “sovranismo socialista” che vede di buon occhio “il Movimento 5 Stelle e Podemos”, fino a Francesco Toscano di Vox Italia che porta “i saluti di Diego Fusaro”.
E’ il racconto di una giornata confusa, dove vengono citati sommariamente testi di Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, a testimonianza di quanto importante sia il nostro paese. Si nomina anche Antonio Gramsci, ma così senza approfondimento.
Il tutto si conclude con la cacciata violenta di un giornalista di Fanpage, accusato di essere “fascista”, scortato dalle forze dell’ordine fuori dalla piazza. A dimostrazione che la libertà ha comunque le sue sfaccettature e le sue riserve.
(da “Huffingtonpost”)
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