DANIEL COHN-BENDIT, LEADER DEI VERDI EUROPEI:“L’ALLEANZA TRUMP-PUTIN È COME IL PATTO MOLOTOV-RIBBENTROP, HANNO LO STESSO OBIETTIVO. L’EUROPA E L’ITALIA DEVONO CAPIRE CHE LE REGOLE DEL GIOCO SONO TOTALMENTE CAMBIATE”
“BISOGNA DIRE A MELONI: TU NON PUOI ESSERE AMICA DI TRUMP E DI ZELENSKY. DEVI SCEGLIERE. L’EUROPA DEVE FARE SUBITO LA DIFESA COMUNE”
Trump e Putin hanno siglato il «nuovo patto Molotov-Ribbentrop» per distruggere l’Europa. Il vecchio continente rischia di cadere in un sistema «illiberale» senza democrazia. Deve reagire, a cominciare da una vera Unione della Difesa, costruendo un’unione federale e difendendo l’Ucraina.
Daniel Cohn-Bendit, leader del ‘68 francese e dei Verdi europei è fermissimo: il presidente Usa è un «matto» e la politica della Casa Bianca punta a trasformare il Vecchio Continente in un «protettorato» senza libertà.
Si riferisce alla nuova “strategia” americana? Il Cremlino dice che è anche la sua strategia.
«Hanno lo stesso obiettivo. L’Europa deve capire. L’Italia deve capire che le regole del gioco sono totalmente cambiate».
In che senso?
«La sinistra italiana in passato è stata contro l’imperialismo americano, ma l’imperialismo americano era legato all’Europa, all’Alleanza transatlantica. Oggi invece è contro l’Europa. Vede solo le grandi potenze: Russia e Cina. Vuole allearsi con la Russia contro l’Europa».
Ma perché?
«Perché per gli Usa non è solo un nemico economico ma rappresenta il confronto tra la democrazia e la democrazia illiberale».
Gli Usa o Trump?
«Trump è al potere in America. Non è che se vince Vance cambia qualcosa. Anzi, il trumpismo può dominare per dodici anni. È inutile sognare che perda le elezioni mid-term. Ora è così».
Lei definirebbe Trump un fascista?
«Se dici fascista, tutti pensano a Mussolini, a Hitler, a Franco o a Salazar. Trump è una forma di potere illiberale, autoritario. Va nella direzione del totalitarismo».
Cosa ha consentito di eleggere in Usa un presidente così illiberale?
«Illiberale e matto. È un problema generale. La Fifa gli ha dato pure un premio. Incredibile. Il punto è che le soluzioni ai problemi sono complesse e le persone invece vogliono risposte facili. Un contesto accelerato dalla pandemia perché ha provocato la paura. Ha liberato le emozioni negative».
E il Cremlino è un suo alleato.
«L’alleanza Trump-Putin è come il patto Molotov-Ribbentrop. È un patto trasversale. Se penso al passato, mi chiedo cosa sarebbe accaduto se Hitler non avesse attaccato la Russia: la destra sarebbe rimasta al potere? Per questo dobbiamo difendere la nostra democrazia».
La domanda è: come?
«Giorgia Meloni è una reazionaria, ma non è uscita dall’euro. Non è uscita dall’Europa. Ha difeso l’Ucraina. Lo ha fatto per la moneta unica che rappresenta una obbligazione che impedisce di lasciare l’Ue. E perché per l’Italia sarebbe la fine».
Però è amica di Trump.
«Questo è il dato interessante».
Questo ha attinenza con il come l’Europa deve rispondere?
«Bisogna dire a Meloni: tu non puoi essere amica di Trump e di Zelensky. Devi scegliere».
Cosa dovrebbe concretamente fare l’Europa?
«Subito la difesa comune. Perché è chiaro che gli Usa hanno un altro progetto. Ecco, su questo Meloni deve uscire dall’ambiguità».
E chi non ci sta esce dall’Unione? Perché se resta uno come Orbàn, è difficile fare passi avanti.
«Certo, vanno cacciati Orbàn, Fico etc. Tutti gli altri scelgano tra la vita e la morte dell’Europa. Non possiamo accettare i cavalli di Troia di Putin e Trump».
L’Unione della difesa significa arrivare ad un’Unione federale?
«Draghi ha parlato di un federalismo pragmatico, sono d’accordo. Va fatto un passo avanti verso l’integrazione
federale».
E l’Ucraina è il confine tra democrazia e autoritarismo in Europa?
«Si, dobbiamo difenderla».
Servono leader politici per fare tutto questo.
«Mancano, è vero. Un Churchill non si trova facilmente. All’inizio c’era Macron ma poi ha fatto tanti errori. Anche gli intellettuali devono aiutare a far sopravvivere la democrazia e la libertà».
In caso di sconfitta diventeremmo un protettorato di Trump o di Putin?
«È possibile che sia così. È in gioco tutto quel che abbiamo costruito dopo la liberazione del ‘45».
Ma come è possibile che nel mondo non si consideri più l’Europa un modello da seguire?
«Però l’Ue è una cosa formidabile. Paesi che si mettono insieme senza guerra. Possiamo ancora essere un modello. Quando gli storici analizzeranno quel che è accaduto in questi anni, spero che potranno dire: l’Europa ha vinto contro il mondo del male, ossia gli Usa, la Russia e la Cina».
(da agenzie)
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