DI CHI È LA MANINA CHE HA SPUTTANATO L’INVIATO DI TRUMP, STEVE WITKOFF? È CACCIA ALLA TALPA CHE HA PASSATO A BLOOMBERG LA TRASCRIZIONE DELLA TELEFONATA DELL’IMMOBILIARISTA CON IL RUSSO YURI USHAKO
SEMBRA CHIARO CHE L’APPARATO DI POLITICA ESTERA AMERICANO E IL SUO DEEP STATE NON APPREZZINO IL RUOLO DI UN BUSINESSMAN PRIVATO, INFORMALE E POCO TRASPARENTE COME WITKOFF NEL RAPPORTO CON LA RUSSIA… L’OMBRA DI UNO SCONTRO TRA IL SEGRETARIO DI STATO USA, IL FILO-UCRAINO MARCO RUBIO E IL VICE DI TRUMP, IL PUTINIANO JD VANCE, IN VISTA DEL 2028
Come questa fuga di notizie sia avvenuta resta un mistero. Ushakov ha detto di aver
parlato più volte via WhatsApp con Witkoff – anziché tramite linee di comunicazione sicure.
Il fatto che a Bloomberg sia arrivato un audio e non la trascrizione lascia ipotizzare che “la talpa” possa essere ai vertici della catena dell’intelligence. Un Paese straniero, ad esempio, o un regolamento di conti interno agli Usa con Cia e Nsa coinvolti. Chi ha tradito Steve Witkoff? Perché qualcuno deve averlo fatto. E l’identità di quelle persone contiene alcune risposte alle domande sulle tensioni nel deep state , i livelli profondi del governo e dei suoi apparati negli Stati Uniti; forse offre anche indicazioni sulla lotta intestina che attende il partito repubblicano in vista della (presumibile) uscita di scena di Donald Trump nel 2028.
Sembra chiaro che l’apparato di politica estera americano e il suo deep state non apprezzino il ruolo di un businessman privato, informale e poco trasparente come Witkoff nel rapporto con la Russia. E la comunità dell’intelligence degli stessi Stati Uniti aveva i mezzi per mettere a segno quelle intercettazioni.
I mezzi li ha probabilmente anche l’Ucraina, ma soprattutto in
questa fase a Kiev non si ha interesse a tentare mosse che potrebbero irritare Trump e indurlo ad allontanarsi ancora di più.
Anche alcuni Paesi europei — Francia e Gran Bretagna in primo luogo — potrebbero avere le risorse per un’operazione di spionaggio tanto sofisticata. Ma finora non hanno dimostrato l’autonomia strategica sufficiente a sferrare un attacco così duro a uno stretto alleato del presidente degli Stati Uniti.
Ammesso che la fuga di notizie venga davvero da settori della stessa intelligence americana, resta da capire se esista una copertura politica. Tradizionalmente non si muovono senza. Di certo il segretario di Stato Marco Rubio è rimasto spiazzato dalle mosse russe di Witkoff e quando il «piano di pace» è uscito ha subito osservato che è in buona parte materiale di Mosca.
Di Rubio si sa che intende candidarsi alla presidenza nel 2028, probabilmente in vista di primarie durissime contro il vicepresidente JD Vance. Rubio potrebbe persino dimettersi nel 2026 per prepararsi. Lui rappresenta l’ala più istituzionale e filo-ucraina dei repubblicani, Vance quella più Maga e anti-ucraina. Con quelle intercettazioni di Witkoff — chiunque le abbia volute — la campagna per il 2028 potrebbe aver segnato il suo colpo d’avvio.
(da agenzie)
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