DI MAIO DENUNCIA UN ALTRO GOMBLOTTO: “AL QUIRINALE E’ STATO MANDATO UN TESTO MANIPOLATO SULLA PACE FISCALE”, MA IL QUIRINALE LO SMENTISCE: “MAI RICEVUTO”, LE OPPOSIZIONI ACCUSANO: “GOVERNO DI IMBROGLIONI”
DI MAIO: “DOMANI DENUNCIO LA COSA IN PROCURA”… PD E FORZA ITALIA LO IRRIDONO: “LE MANINE LO PERSEGUITANO”… CHE SIA UNA MOSSA DOPO CHE E’ EMERSO IL COLPO DI SPUGNA SUL RICICLAGGIO?
“Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perchè non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato” sulla pace fiscale.
Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta.
Secondo il numero uno pentastellato “nel testo che è arrivato al Quirinale c’è lo scudo fiscale per i capitali all’estero. E c’è la non punibilità per chi evade. Noi non scudiamo capitali di corrotti e di mafiosi. E non era questo il testo uscito dal Cdm”.
E ancora: “Io questo testo non lo firmo e non andrà al Parlamento. Questo è un condono scudo fiscale come quello che faceva Renzi io questo non lo faccio votare”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico precisa però di non avere sospetti sull’alleato leghista: “Non ho ragione di dubitare della Lega, ci siamo stretti la mano”.
Intanto però è già arrivata la smentita del Quirinale.
Secondo fonti del Colle infatti nessun testo approvato dal Cdm di lunedì scorso sarebbe giunto negli uffici del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Pronta la replica di Di Maio: “Ai miei uffici risulta che il testo sia andato. Se non è ancora arrivato al Quirinale allora basterà lo stralcio” della parte non condivisa “e non sarà nemmeno necessario riunire il Cdm”.
Ma a cosa si riferisce Di Maio?
In effetti, il condono si allarga fino a diventare ‘tombale’. Non solo Irpef, Irap e contributi previdenziali, ma anche Iva e attività detenute all’estero.
E visto che il tetto di 100.000 euro può essere applicato per ogni anno d’imposta, per un totale di 5 anni, e che riguarda ogni singola imposta, cioè 5, si arriva a un totale di 2,5 milioni di euro.
Nella bozza del decreto fiscale collegato alla manovra che sta circolando si legge che “l’integrazione degli imponibili è ammessa nel limite massimo di 100.000 euro per singola imposta e per periodo d’imposta”.
Sul maggior imponibile, si legge nella bozza, “si applica, senza sanzioni, interessi o altri oneri accessori un’imposta sostitutiva del 20% ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
In un’altro paragrafo si aggiunge anche l’Iva, su cui sarà applicata “l’aliquota media per l’imposta sul valore aggiunto, risultante dal rapporto tra l’imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d’affari dichiarato, tenendo conto dell’esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali. Nei casi in cui non è possibile determinare l’aliquota media, si applica l’aliquota ordinaria”.
Le opposizioni irridono Di Maio: “Le manine lo perseguitano”
“Le manine perseguitano Di Maio, dopo il decreto disoccupazione, ora anche sulla manovra. Si inventano i gialli, per coprire la porcata sul condono. Comiche a 5stelle”. Lo scrive su Twitter il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.
Sulla stessa linea anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: “Prima la ‘manina’ del Mef contro il #decretodignità , poi il decreto #Genova con i puntini al posto delle cifre, oggi addirittura il testo della #manovra ‘manipolato’ prima di arrivare @Quirinale. Sono vittime di un perenne complotto #ridicoli”.
Prima della dichiarazione di Di Maio in tv, erano emersi segnali di grave malumore nel Movimento. Con fonti parlamentari che facevano trapelare: “La pace fiscale sopra i 100mila euro non si può fare, non la faremo passare”.
Insomma, la questione della pace fiscale voluta fortemente dalla Lega – da sempre nota dolentissima per il Movimento – è diventata sempre più un caso con il passare delle ore.
La senatrice 5S Elena Fattori ha accusato: “L’accordo tra M5S e Lega sulla pace fiscale si può definire un condono. I condoni non erano nel programma del Movimento”.
Un malcontento, quello dei grillini sulla sanatoria, che si aggiunge al malessere su Tap, migranti, legittima difesa.
“Approvano un condono tombale per gli evasori. E ora cercano manine e nemici. Imbroglioni. Un grande paese come l’Italia non merita tutto questo”, scrive su twitter il segretario del Partito democratico Maurizio Martina. E Matteo Renzi, chiamato in causa da Di Maio: “È un uomo disperato. Vota a sua insaputa un condono, poi grida allo scandalo. Attacca me. Non capisce il senso dei testi che vota”.
(da “Huffingtonpost”)
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