DIESEL, IL CANE-EROE UCCISO DAI TERRORISTI A SAINT DENIS
“GLI HANNO SPARATO, MA E’ TORNATO INDIETRO PER MORIRE VICINO AL PADRONE”
«Era ferito a morte, ma è tornato indietro per morire vicino al suo collega». Sembra la scena di un film, ma è la storia di Diesel, pastore belga di 7 anni.
È l’unica vittima tra le forze di polizia nella retata di questa mattina a Saint Denis.
Gli uomini del Raid (Recherche Assistance Intervention Dissuasion, le “teste di cuoio” francesi) stavano dando la caccia a Abdelhamid Abbaoud, mente degli attentati di Parigi.
Il cane-eroe è stato il primo a entrare nel covo dei jihadisti, tra rue de la Rèpublique e rue de Corbillon, mandato in avanscoperta a caccia di bombe.
Ma gli hanno subito sparato, ferendolo mortalmente. Altre fonti sostengono che sia stato investito dall’esplosione della donna kamikaze che si è fatta saltare in aria.
La notizia è stata diffusa su Twitter dall’account ufficiale della polizia transalpina ed è scattato immediatamente l’omaggio degli utenti.
Gli hashtag #Jesuisunchien, #RIPDiesel e #prayfordog sono balzati in testa alla classifica dei più utilizzati.
E molti hanno chiesto che il cane-poliziotto venga insignito della stessa onorificenza che verrebbe consegnata a un “agente umano”.
In questi giorni di emergenza a Parigi, dopo gli attentati di venerdì scorso, sono numerose le squadre cinofile utilizzate da polizia e forze speciali.
Il loro impiego è cruciale – spiegano gli agenti – in situazioni di pericolo.
Nel marzo scorso una storia simile a quella di Diesel aveva commosso Tunisi. Durante l’attentato al museo del Bardo un cane poliziotto era rimasto ucciso nella sparatoria tra terroristi e forze di polizia.
Il corpo senza vita di Akil, pastore tedesco di un anno e mezzo, era poi stato portato via in barella al termine dell’operazione tra gli applausi delle forze speciali.
(da “La Stampa”)
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