DOPO AVER CAUSATO L’INCIDENTE IN CUI E’ RIMASTO VITTIMA UN BAMBINO, GLI YOUTUBER SONO SCESI DALL’AUTO PER FARE UN VIDEO COME SE NULLA FOSSE
IL RACCONTO DI UN TESTIMONE: “SPERO CHE MARCISCANO IN CARCERE”
“La vergogna più grande è che sono rimasti qua quattro ore tranquilli, senza versare neanche una lacrima. Non ho visto neanche uno di loro disperarsi”. Questo il commento a Simona Berterame di Fanpage.it di Alessandro, il papà di un compagno di scuola di Manuel, il bimbo di 5 anni morto ieri nell’incidente che ha visto scontrarsi una Smart e un suv Lamborghini verso le 15.45 del pomeriggio. L’impatto su via di Macchia Saponara, fra i quartieri di Acilia e Casal Palocco, a pochi passi da un supermercato e le scuole.
A bordo del Lamborghini Urus viaggiavano i ragazzi del canale Youtube The Borderline, che vanta più di 600mila followers, al volante Matteo Di Pietro: “È stata una roba scandalosa: uno dei genitori della scuola li ha visti, stavano ancora facendo il video. Si è avvicinato e ha chiesto loro cosa stessero facendo. C’è un bambino a terra che sta morendo e ti metti a fare un video? Ha reagito male, si è avvicinato ed ha strattonato i ragazzi: sembra che sia stato denunciato lui, addirittura”, ha continuato a raccontare
Il video dopo l’incidente
“Io sono arrivato dopo una quindicina di minuti, ma mi hanno raccontato che i ragazzi sono scesi dall’auto per fare dei video. Ridendo, sorridendo, scherzando. Per loro era una cosa bella quello che hanno fatto, questo è lo scandalo: questi ragazzi dopo che hanno fatto quello che sappiamo, anziché pentirsi e stare qua, pensavano ancora ai video, ai followers. Spero che marcisca in carcere”, ha continuato Alessandro.
Come emerso dai video precedenti e dalle ipotesi della Polizia Locale, sembra che il gruppo si trovasse nell’automobile per girare uno dei loro video: “Cinquanta ore dentro una macchina: ma a voi sembra normale? Il genitore di questo ragazzo lo sa che il figlio fa sta roba? Se mio figlio sta cinquanta ore dentro una Lamborghini, io non faccio nulla? Io a vent’anni lavoravo, non andavo in giro su una Lamborghini a fare i video”.
Manuel, con la mamma e la sorellina, che fortunatamente non si trovano più in pericolo di vita, avevano da poco lasciato la scuola. “Ho i video di Manuel di un’ora prima che mangiava a tavola. Bellissimo e tranquillissimo come sempre – ha continuato – Era un compagno di scuola di mio figlio. L’ho visto un’ora prima, perché eravamo insieme alla festa di fine anno per festeggiare insieme a bimbi e genitori l’ultimo giorno di scuola. Ho raggiunto il luogo dell’incidente dopo una quindicina di minuti e ho visto la scandalosa reazione dei ragazzi che si trovavano in Lamborghini”.
Alla guida del suv, probabilmente mentre stavnao girando il video, si trovava Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale e trovato positivo ai cannabinoidi. Insieme a lui altri tre ragazzi e una ragazza, tutti probabilmente coinvolti nella sfida Cinquanta ore in una Lamborghini, arrivata a distanza di circa un anno da quella a bordo di una Tesla. Come si vede nel video, è proprio uno di loro a dire che, una volta raggiunti i 100mila like, avrebbero affrontato questa nuova sfida.
Meno di un’ora prima della partenza è stato un altro componente del gruppo a presentare l’automobile appena noleggiata in un video su Tik Tok: “Ma questo con la Smart che sta facendo? Abbello, la macchina tua costa 300 euro usata al Conad, la mia costa un miliardo. Vale quanto Amazon”, diceva il ragazzo, imitando il comportamento dei “ragazzini di ora con una macchina di lusso”, come scrive nel titolo. Ciò che non sapeva è che sul suo percorso, mentre alla guida si trovava uno dei suoi amici, avrebbe trovato davvero una Smart che viaggiava con a bordo due bambini e la loro mamma.
(da Fanpage)
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