È COMINCIATA L’ATTESA AVANZATA SU KHERSON
ZELENSKY VUOLE SFRUTTARE IL MOMENTO RESO FAVOREVOLE DALLE ARMI AMERICANE, E BLOCCARE I RUSSI SULLA RIVA OCCIDENTALE DEL FIUME DNIPRO, PRIMA CHE PUTIN RIESCA A MOBILITARE IL FAMIGERATO “TERZO CORPO”
Si è acceso il fronte sud. Gli ucraini presentano la spinta come l’inizio
dell’offensiva mentre il Pentagono appare più cauto e ritiene che sia la preparazione al vero assalto. Quella in corso è una partita politica e bellica.
Kherson è una città importante nelle mani di Putin, utile al programma di annessione, e uno snodo strategico per la zona meridionale. Infatti Zelensky ha più volte ribadito di non essere disposto a sacrificarla, promettendo al Paese una riconquista.
Su come e quando gli scenari sono stati altalenanti, si è passati da un’azione imminente allo scetticismo. Erano gli stessi ucraini ad ammettere sui media di non avere abbastanza mezzi per tentare la mossa. Gli strateghi ricordavano, a questo riguardo, che se vai all’attacco devi avere una superiorità di 3 a 1, proiettili a sufficienza per i cannoni, riserve.
Molta è la propaganda, la contro-informazione per confondere l’intelligence, per non dare riferimenti. Gli annunci servivano a dare speranza alla nazione, le frenate rappresentavano – e rappresentano – un richiamo alla prudenza. Appello ripetuto in queste ore da un consigliere di Zelensky.
Il presidente potrebbe aver dato luce verde per battere sul tempo Mosca che è pronta a schierare il Terzo Corpo, circa 15 mila uomini utilizzabili in chiave d’attacco e a protezione delle conquiste ottenute. Gli specialisti segnalano che i reparti hanno in dotazione equipaggiamenti relativamente più moderni, un dettaglio che farebbe pensare ad un loro impiego per riprendere l’iniziativa dopo settimane di guerra di logoramento. Ossia sono più lancia che scudo.
Restano gli interrogativi su alcuni aspetti: efficienza dei plotoni; consistenza dei Battaglioni (500 soldati rispetto agli 800-1.000 sulla carta); composizione eterogenea. Giudizi a volte sbilanciati dalle simpatie verso Kiev. Da un lato ci sono i dubbi (costanti) sulle capacità di ampio respiro, dall’altro è evidente che il Cremlino trova comunque delle risorse da lanciare nella mischia.
Da qui la necessità per l’Ucraina di muovere prima che i russi piazzino tutti i loro mezzi e di restringere le vie di comunicazione mettendo fuori uso molti ponti stradali e ferroviari rimpiazzati da pontoni. L’intento è di «bloccare» gli occupanti sulla riva occidentale del Dnipro.
Obiettivo che ha spinto Mosca ad adeguare per quanto possibile le difese e a mobilitare il nuovo contingente. Il Terzo Corpo ha seguito un periodo d’addestramento nel poligono di Molino, impianto all’avanguardia pensato per la preparazione di equipaggi di tank e blindati. Con un dettaglio: il sito è stato realizzato dopo un accordo concluso dalla Russia nel 2011 con il gruppo tedesco Rheinmentall che ha fornito tecnologia, materiali e soluzioni.
Il contratto si è interrotto dopo la crisi in Crimea a causa delle sanzioni, nel 2015 i lavori sono stati ultimati da una società russa, la Garnison. Ora, secondo alcuni, la collaborazione con la Germania sarebbe proseguita attraverso canali ufficiosi. Un’accusa sostenuta dagli ucraini per dimostrare come l’Occidente non abbia mai smesso di fare affari con il Cremlino. Tema polemico contrapposto alla lentezza degli aiuti bellici tedeschi alla resistenza
(da Il Corriere della Sera)
Leave a Reply