“E’ VIZIATA”, DODICENNE RIFIUTATA DAL CAMPO ESTIVO
NEGATA L’ISCRIZIONE: “E’ INTRATTABILE”, MA I GENITORI PENSANO CHE LA DEBBANO SOPPORTARE GLI ALTRI
Respinta dai campi estivi parrocchiali perchè troppo viziata e per questo ingestibile.
È il caso di una ragazzina di 12 anni che vive in un quartiere a Padova sud.
A denunciare l’accaduto sono stati i genitori perchè «amareggiati». Un caso singolare con due ricostruzioni: da una parte quella del parroco responsabile del centro che spiega come Camilla, nome di fantasia, sia una ragazzina viziata e per questo difficile e intrattabile dagli animatori.
Dall’altro la famiglia che ammette come l’adolescente possa fare qualche capriccio, ma come tutti i ragazzi della sua età .
«Mai avremmo pensato di affrontare una situazione così incresciosa», racconta mamma Laura, «Nostra figlia ha partecipato due volte ai campi estivi della parrocchia rimanendone soddisfatta. Carica di entusiasmo, anche quest’anno si è presentata per essere ammessa. Ma l’iscrizione le è stata negata. Motivo? Risulta essere una ragazzina “difficile” e “viziata”.
“Nostra figlia è una ragazzina come molte altre della sua età e molti genitori possono rientrare in questo tipo di problema, se problema si può definire. Ma non per questo una ragazzina di12 anni va esclusa dalla partecipazione ad una gita collettiva. Tale rifiuto ha provocato in nostra figlia una profonda delusione e una grande amarezza. Ma quali sono gli episodi contestati?
Per gli animatori Camilla non vuole mangiare, non le piace niente, salvo svegliarsi con il desiderio di una pasta in piena notte.
E poi: «Se la sfiori urla che ti denuncia e trascina anche gli altri bambini».
E così al “no” del don i genitori hanno scritto alla Diocesi, al Consiglio pastorale e al sacerdote.
Il quale, a sua volta, ha risposto alla famiglia in privato: «Carissimi, la vostra lettera mi ha lasciato un po’ di amarezza: i problemi educativi si risolvono solo con un vero rapporto personale basato sul dialogo e sull’ascolto reciproco. I nostri animatori, che sono i veri interessati al problema, hanno cercato in tutti i modi di fare presenti le loro difficoltà nel gestire in modo positivo il carattere di vostra figlia, ma non hanno ritrovato nessun riscontro. Dopo due anni di sforzi e di fatiche, non vedendo miglioramenti nella situazione, hanno ritenuto di non essere in grado di gestire bene il caso e pertanto hanno ritenuto che la decisione di sospendere l’iscrizione al campo fosse la più conveniente per dare un aiuto alla ragazza a migliorare il suo comportamento. È stato un segno educativo, simpatie e antipatie non c’entrano nulla»
E ancora: «Nessuno ha mai inteso escludere la ragazza dai suoi amici, ma soltanto aiutarla a crescere veramente per una migliore realizzazione della sua vita».
«La bimba», aggiunge il don, «non segue nessuna regola e non si adatta a nulla, ma una regola con 35 bambini è necessaria. Ho parlato con il papà prima di negarle la partecipazione, rassicurandolo che l’anno prossimo, se la piccola fosse cresciuta grazie a questo no, l’avrei reinserita nel gruppo. Ma di fondo c’è un problema educativo: sono stato prof del papà della piccola e gli ho parlato come quando era ragazzo, sua figlia deve imparare a vivere in comunità e rispettare le regole. Lei è capricciosa, ha già litigato con l’animatore del Grest e con gli organizzatori della sagra».
Elvira Scigliano
(da “il Mattino di Padova”)
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