“EMILIO FEDE IN SVIZZERA CON L’AUTO AZIENDALE”: LA PROCURA INDAGA
L’EX DIRETTORE DEL TG4 A GIORNI DAI PM SULLA VICENDA DEI SOLDI RIFIUTATI A LUGANO
Il reato ipotizzato è il riciclaggio, ma le verifiche riguardano anche una possibile evasione fiscale.
Sono i magistrati romani i titolari dell’indagine sui due milioni e mezzo di euro che il direttore del Tg4 Emilio Fede avrebbe cercato di depositare in Svizzera alla fine dello scorso anno.
La Banca di Lugano ha rifiutato i soldi e poi è partita la segnalazione per la Guardia di Finanza di Como che ha effettuato le prime verifiche.
Fede giura che si tratta di «una colossale balla» e parla di «un’invenzione», ma nel fascicolo ci sarebbero già alcuni elementi di conferma.
Come la macchina intestata a Mediaset che sarebbe stata utilizzata per passare la frontiera e raggiungere il Canton Ticino.
Al momento il giornalista è testimone, i pubblici ministeri hanno deciso di convocarlo nei prossimi giorni per l’interrogatorio.
La vicenda comincia al termine di dicembre quando le Fiamme Gialle ricevono un esposto che racconta come Fede abbia portato qualche giorno prima una valigetta piena di contanti presso l’istituto di credito, ma sia stato respinto «per carenza di idonea documentazione», dunque perchè non era possibile certificare la provenienza lecita dei soldi.
«Viaggiava in auto con una altra persona – è scritto nella denuncia – e non era la prima volta che veniva presso il nostro istituto».
Non c’è firma, però i primi controlli sui dati forniti convincono gli investigatori sull’opportunità di proseguire le indagini.
Nella segnalazione sono infatti indicati il modello e la targa dell’auto utilizzata per la trasferta e la verifica ha consentito di scoprire che si tratta di una vettura intestata a Mediaset, l’azienda in cui Fede lavora da decenni.
Inoltre sembra che, sia pur informalmente, gli investigatori siano riusciti a risalire alla persona che ha raccontato la vicenda e che abbiano ottenuto conferme anche da altri funzionari coinvolti nell’episodio.
Del resto non è la prima volta che Fede ha problemi con una banca di Lugano: è stato un funzionario della Bsi di Lugano a rivelare ai magistrati di Milano che indagano sulla bancarotta della società di Lele Mora come il giornalista – indagato per concorso nello stesso reato – avesse prelevato 500 mila euro dai conti del manager di modelle e attrici.
Dopo aver accertato elementi di fondatezza nell’esposto, il fascicolo viene così trasmesso per competenza ai colleghi della capitale che consegnano l’informativa alla Procura.
Nei prossimi giorni i magistrati interrogheranno Fede e poi delegheranno ulteriori indagini alla Finanza per stabilire da dove arrivi quella valigetta piena di denaro.
Ma anche chi altri si sia presentato allo sportello bancario.
Nell’esposto si parla infatti di un accompagnatore e qualcuno ipotizza che possa trattarsi di un faccendiere italo-svizzero che si occupa di mediazioni immobiliari e consulenze aziendali, ha una sede della sua società proprio a Lugano, ma in alcuni ambienti non viene ritenuto molto affidabile.
Fiorenza Sarzanini
(da“Il Corriere della Sera”)
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