FINI ATTACCA MARCHIONNE: “PARLA DA CANADESE, SI RICORDI CHE LO STATO ITALIANO HA IMPEDITO ALLA FIAT DI AFFONDARE”
“E’ PARADOSSALE CHE PARLI COSI’ L’A.D. DI UNA AZIENDA CHE SI CHIAMA FABBRICA ITALIANA AUTOMOBILI TORINO”…” E’ UN PARADOSSO CHE DICA A NOI CHE FIAT NON HA LA CAPACITA’ DI COMPETERE”.. IERI L’AD AVEVA SOSTENUTO CHE NEMMENO UN EURO DI UTILE DEL 2010 ARRIVA DAGLI STABILIMENTI FIAT IN ITALIA
Dopo le critiche di quasi tutto il mondo della politica, ora una vera e propria «bocciatura» arriva anche dalla terza carica dello Stato.
«Marchionne mi sembra che domenica abbia dimostrato, pur essendo italo-canadese, di essere più canadese che italiano» ha sottolineato il presidente della Camera Gianfranco Fini, censurando le parole pronunciate domenica dall’amministratore delegato della Fiat al programma di Fabio Fazio su Rai3. Fini ha parlato ad un incontro con gli studenti delle scuole superiori di Rovigo.
«Ha detto una cosa naturale per un top manager canadese. Ma è un po’ paradossale che lo dica l’amministratore delegato della Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, perchè se la Fiat è un grande colosso lo deve al fatto che è stato per grandissimo tempo il contribuente italiano, lo Stato, a impedire alla Fiat di affondare», ha aggiunto Fini.
Certo, ha aggiunto Fini, «il nostro è un Paese che per mille ragioni ha una scarsa capacità di attrarre capitali, e competitività del lavoro».
«A parte questa puntura di spillo ha aggiunto: “non è un paradosso che dica a noi, alla classe dirigente, “attenzione perchè non abbiamo più la capacità di competere, di stare sul mercato con una concorrenza molto marcata?”.
Fini, che ha parlato della competizione data dalla globalizzazione, ha concluso dicendo che «l’Italia deve sapere che non riuscirà a vincere la competizione puntando sulla quantità , deve farlo puntando sulla qualità ».
«Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia»: era stata questa la frase di Sergio Marchionne, ospite della trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio e in onda domenica sera, a suscitare molte polemiche politiche.
In particolare, l’amministratore delegato del Lingotto ieri aveva sottolineato il fatto che «nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo previsto per il 2010» arriva dal nostro Paese.
«Fiat – aveva aggiunto – non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre».
«Gli incentivi – aveva proseguito Marchionne – sono soldi che vanno ai consumatori: aiutano parzialmente anche me, ma in Italia sette macchine comprate su dieci sono straniere”.
Marchionne aveva dovuto anche ammettere però che «se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la camorra è molto attiva».
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