FLOTILLA, PARTE LA SECONDA ONDATA; ALTRE 11 BARCHE SALPATE DALL’ITALIA
IN TRE GIORNI SARANNO NELL’AREA SOTTO CONTROLLO DEO TERRORISTI DI ISRAELE
Fra 72 ore o poco più, meteo permettendo, una nuova flotta potrebbe raggiungere la zona arancione.
Si tratta di 11 barche, «la seconda ondata» è stata definita, che hanno rivolto la prua verso Gaza. Le imbarcazioni provengono da Otranto e da Catania.
La missione nasce dallo sforzo congiunto di due diverse organizzazioni. La prima, Freedom Flotilla, che mette in campo due mini-velieri, Al Awda e Ghassan Kanafani. L’altra, ThousandMadleen, mette in mare otto barche.
Poi c’è la Conscience, vittima a maggio di un attacco di un drone al largo di Malta che l’ha messa ko. Fino ad ora. A bordo ci sono quasi cento medici, infermieri, giornalisti provenienti da 25 Paesi.
Intanto 200 attivisti sono nel carcere di Ketziot. E ci sono stati contatti tra le autorità italiane e il capo del Mossad David Barnea. Per smentire le voci che parlavano di maltrattamenti nei confronti dei fermati. Roma ha chiesto con urgenza a Barnea di fornire immagini dei detenuti. Chiarendo che la voce stava alimentando le proteste a Roma.
La Marinette
Una nave, la Marinette, «navigava ancora a gonfie vele», hanno dichiarato gli organizzatori della flottiglia in una diretta streaming che mostrava l’equipaggio al timone. Gli organizzatori hanno affermato che la Marinette si trovava a circa 80 miglia nautiche da Gaza giovedì sera. E a circa 10 miglia nautiche da dove Israele aveva iniziato a intercettare le altre imbarcazioni
L’intercettazione della Marinette
Marinette è stata intercettata alla fine alle 10:29 ora locale, a circa 42,5 miglia nautiche da Gaza. Lo fa sapere il canale Telegram della Global Sumud Flotilla: «In 38 ore, le forze navali di occupazione israeliane hanno intercettato illegalmente tutte le nostre 42 imbarcazioni, ciascuna delle quali trasportava aiuti umanitari, volontari e la determinazione di rompere l’assedio illegale di Israele su Gaza. Marinette ha navigato con lo spirito del sumud – fermezza – anche dopo aver visto il destino di 41 imbarcazioni prima di lei», scrivono gli attivisti. E concludono: «Ma questa non è la fine della nostra missione. La nostra determinazione ad affrontare le atrocità di Israele e a schierarci al fianco del popolo palestinese rimane incrollabile. Mentre le persone si ribellano nelle città di tutto il mondo per chiedere la fine di questi orrori e prendere posizione per l’umanità, noi ci uniamo con una sola voce: non ci fermeremo finché il genocidio non finirà. Non ci fermeremo finché la Palestina non sarà libera».
150 km da Gaza
Secondo gli attivisti la Marinette «conosce il destino delle sue sorelle in mare. Sa cosa l’aspetta. E si rifiuta di tornare indietro. Questa non è solo una nave. Marinette è Sumud: fermezza di fronte alla paura, al blocco e alla brutalità. È ciò che vediamo nelle strade di tutto il mondo: persone che conoscono i rischi, che vedono la repressione e che comunque sono solidali. Qualunque cosa accada, questo rifiuto ha già scritto un nuovo
capitolo. Gaza non è sola. La Palestina non è dimenticata. Non andremo da nessuna parte». .
Il capitano della Marinette
Parlando in videochiamata con gli organizzatori della Flotilla nella tarda serata di ieri, scrive Al Jazeera, il capitano australiano, che si è identificato solo come Cameron, ha spiegato che l’imbarcazione aveva avuto problemi al motore. E quindi era rimasta indietro rispetto al gruppo. Ora la nave sta «navigando a tutta velocità» verso Gaza. «Abbiamo a bordo un gruppo di turchi molto tenaci… io e una signora dell’Oman, e continueremo nella stessa direzione», ha detto. Un video dello yacht, attivo alle 4:00 Gmt (6.00 in Italia), mostra l’equipaggio al timone della nave mentre il sole sorge alle loro spalle.
L’altra Flotilla in arrivo
Intanto ci sono 45 navi civili che vanno verso Gaza. Si tratta di imbarcazioni salpate ieri dal porto di Arsuz in Turchia. Va segnalato che secondo Repubblica invece il rimpatrio “veloce” presuppone l’acquisto del biglietto aereo: sono esibendolo gli attivisti verrebbero accompagnati in aeroporto per rientrare.
I rimpatri forzati invece verrebbero sostenuti da Israele.
L’Onu
Nel frattempo l’Onu fa sapere che considera una violazione l’intercettazione da parte di Israele delle barche della Flotilla in acque internazionali. «Certamente riteniamo che le leggi applicabili alle acque internazionali debbano essere rispettate. Questo è tutto ciò che ho da dire in merito», ha risposto il portavoce, Farhan Haq, ai giornalisti. Anche perché, ha spiegato, «non riteniamo che la Flotilla rappresenti un’escalation, ma
siamo consapevoli di come la situazione si sia sviluppata sul terreno e in mare. Ciò che stiamo cercando di fare assicurarci che tutto venga risolto senza, in particolare, che venga arrecato alcun danno a coloro che stanno partecipando a questo atto non violento».
I parlamentari italiani
Infine, sono stati liberati dalle autorità di Israele i 4 parlamentari italiani che facevano parte della Flotilla. Il senatore Marco Croatti (M5s), l’eurodeputata Annalisa Corrado (Avs), il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi erano stati fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza. Lo riferisce una nota della Farnesina. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva avuto più contatti con il ministro israeliano Gideon Sa’ar chiedendo la liberazione immediata. I parlamentari italiani sono stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv e prenderanno un volo di linea assistiti dal personale dell’ambasciata, si legge nella nota della Farnesina. Partiranno per Roma con il volo IZ 335 delle 10 locali.
In tutto sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla trasferiti dalle autorità israeliane nel carcere di Saharonim, nel deserto di Neghev, nel sud di Israele, in attesa del completamento delle procedure per il previsto trasferimento nei rispettivi paesi. Lo ha confermato Loubna Yuma, legale di Adalah, il team giuridico della Flotilla, all’agenzia Efe.
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