“FUORI DALLO STADIO VENIAMO PRESI A SASSATE DAI TASSISTI”: LA DENUNCIA DI UN AUTISTA UBER DI MILANO
ORMAI A MILANO OGNI GIORNO E’ UNA GUERRA… LA LOBBY DEI TASSISTI E LA PROTEZIONE DEI SOVRANISTI
“Minacce ce ne sono sempre state, anche quando lavoravo per un amministratore delegato di una grossa azienda milanese. Quello che mi è successo ormai quasi due settimane fa, però, è stato di sicuro l’episodio più grave di tutti”. A parlare intervistato da Fanpage.it è l’autista Uber che ha denunciato di essere stato insultato, inseguito e picchiato da un tassista nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 luglio: “Mi diceva ‘non ti ammazzo solo
perché potresti essere mio padre’ mentre mi prendeva a calci e pugni. Ho rimediato contusioni al volto, naso e bocca, e due costole rotte. A Milano ogni giorno è una guerra”.
Il 60enne è assistito dall’avvocato Andrea Parisi. Il legale ha spiegato a Fanpage.it che pur trattandosi di un episodio di lesioni gravi (cioè con prognosi superiore ai 20 giorni), e quindi procedibile d’ufficio, hanno scelto di depositare comunque una querela “così da fornire alla Procura un racconto preciso della dinamica dei fatti ed evitare possibili fraintendimenti”.
Ha denunciato di essere stato inseguito e picchiato da due tassisti. Ci può raccontare più dettagliatamente cosa le è successo?
Erano quasi le 3 di notte quando ho ricevuto una chiamata da parte di due turiste che dovevo andare a prendere in piazza Luigi di Savoia, alla Stazione Centrale di Milano. Mentre le facevo salire in macchina, sono stato avvicinato da due tassisti che hanno iniziato a dire: “La pacchia è finita, tra un po’ ti facciamo chiudere” e uno di loro mi ha sputato in faccia. Io ho chiuso la portiera e me ne sono andato, guardando male quello che mi aveva sputato.
Durante la corsa, però, mi sono reso conto che mi stavano inseguendo con le loro auto. Uno gridava: “Ferma la macchina che ti devo parlare, bastardo ferma la macchina”. A un semaforo è sceso e ha cercato di aprire la portiera, ma sono riuscito comunque a ripartire. Pensavo che prima o poi mi avrebbero lasciato andare, dato che era una corsa da cinque chilometri.
Ma non l’hanno lasciata andare.
No, anzi. Arrivato a destinazione sono sceso per aprire il bagagliaio e far scendere le clienti, ma sono stato aggredito alle spalle: prima tre pugni, poi uno spintone che mi ha fatto cadere a terra e infine calci. Mi sono rialzato, gli ho detto “ma sei impazzito”. Ho preso il cellulare e ho chiamato i 112. Sono riuscito anche a scattare alcune foto all’uomo che mi aveva colpito e alla sua auto, ma quando se n’è accorto me lo ha preso e mi ha dato un’altra scarica di botte.
Mi diceva: “Non ti ammazzo solo perché potresti essere mio padre”. Mi ha preso per la gola e mi ha portato davanti al parabrezza della sua macchina, dove aveva la telecamera. Gridava: “Dì che è colpa tua, infame”, mentre le clienti avevano ripreso i loro trolley ed erano sparite.
Come ha fatto a uscire da quella situazione?
Quando mi ha buttato a terra una seconda volta sono arrivate le Volanti della polizia. Gli agenti hanno ripreso il mio cellulare e, dopo avergli mostrato i miei documenti, gli ho raccontato quello che era successo. Intanto era arrivata anche un’ambulanza. Mi hanno medicato e accompagnato all’ospedale San Raffaele.
Quali conseguenze ha riportato?
Ho rimediato contusioni al naso e alla bocca e due costole rotte. In tutto una prognosi di 30 giorni.
Conosceva i suoi aggressori o li aveva già incrociati in passato?
No, mai visti in vita mia. Mi hanno inseguito in due, ma solo uno mi ha aggredito. L’altro è rimasto nella sua auto.
È stata la prima aggressione che ha subito o ce ne sono state altre in passato?
Lavoro per Uber ormai da due anni e mezzo e le minacce verbali ci sono sempre state. Ne ho subite anche quando lavoravo come
autista privato per un amministratore delegato di una grossa azienda di Milano, minacce e strattonamenti. Di sicuro però questo è stato l’episodio più grave che mi sia mai capitato. Ogni giorno è una guerra, soprattutto in alcune zone della città.
Per esempio?
Alla Stazione Centrale è stato allestito un parcheggio dedicato a noi autisti Uber per evitare contatti con i tassisti. E per lo stesso motivo in zona Duomo la ricezione è stata spostata in via Orefici. Per non parlare poi dello stadio, è meglio stare lontani da lì. Ti arrivano sassate anche quando stai solo aspettando un cliente. È pericoloso anche all’aeroporto di Linate, ma più di tutti davanti alle discoteche.
L’azienda per cui lavora ha preso una posizione davanti all’aggressione che ha subito?
Per il momento non c’è stata alcuna presa di posizione, ma forse è solo presto.
(da agenzie)
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