Genova
LA DENUNCIA…
COME LA POLITICA DISTRUGGE L’ARTE DECORATIVA TRADIZIONALE
L’arte decorativa, importata dagli antichi Romani, si è sviluppata a Genova attraverso i secoli. Essa è presente e racchiusa in tante delegazioni e quartieri della città , ciascuno dei quali ha una propria storia da raccontare, avendo subito i cambiamenti nell’arte figurativa degli interni, attraverso gli influssi di maestri artigiani e architetti del tempo. Un esempio: il grande pittore e scultore Nicolò Barabino era di Sampierdarena e varie sono le sue opere. Nella chiesa di S. Maria della Cella ( che racchiude, oltre a dipinti famosi, alcuni sepolcri dei Doria) vi è uno dei dipinti più espressivi dell’Arte Sacra, la “Madonna degli Ulivi”; inoltre è presente nelle decorazioni ornamentali in stucco anche nella sala riunioni del Banco di Roma, a De Ferrari, dove con mio padre nel 1980 abbiamo rilevato su calco e ripreso i suoi meravigliosi sovrapporta da lui stesso modellati e decorati. Per non dire di Villa Grimaldi e dell’area tra via D’Aste, via Carzino e via Sampierdarena, innumerevoli fondi di palazzi adibiti a negozi che racchiudono volte a crociera completamente decorate a mano dai mastri d’epoca. Senza dimenticare il palazzo Scassi detto “della bellezza”, disegnato e progettato da Galeazzo Alessi; basta entrare in questa dimora per ammmirare volte a crociera, volte a padiglione, immensi scaloni marmorei e ornamenti vari, come le grandi cimase in calce idraulica. Negli anni sessanta, per un lungo decennio, vi è stata una ignoranza bieca e cieca dei confronti dei mastri stuccatori e degli artigiani da parte di “liberi professionisti” sprovveduti, che facevano demolire qualsiasi decorazione ornamentale anche di pregio. Se considerate che la ristrutturazione di un soffitto fatto artigianalmente su stampi in gomma siliconica su pezzi originali oggi può costare anche 30.000 euro, pensate al danno prodotto in quel decennio. Genova è ricca di influenze artistiche: quella dell’Impero austroungarico nelle ville di Castelletto; il neoclassico, il barocco, il rococò, il liberty francese presente a nord est , ad ovest e anche sulle planimetrie di soffitti di via Roma con classico esempio di Liberty alla genovese. In centro si respira lo stile littorio degli architetti dell’epoca fascista, sempre in centro Palazzo Ducale e il palazzo dei Dogi di Genova che hanno fatto della decorazione ornamentale in gesso un capolavoro. Il decò e il liberty francese hanno influssi invece nel levante della città . Da sottolineare che il cittadino genovese una volta stava meglio a Ponente e gli insediamenti di questo stile negli interni ed esterni decò liberty erano naturali per uno stile di vita ambientale. I nostri politici sin dal dopo guerra invece di valorizzare l’artigiano, hanno cercato di soffocarlo, dimenticandosi che Genova non è solo il centro storico, rivalutato discutibilmente, ma anche le delegazioni. In Liguria esistevano, sino alla fine degli anni Settanta, ben trenta stucchifici artistici, oggi ne esiste solo uno. Grazie alle lobbies politiche che hanno sempre pensato non a risanare ma a demolire e costruire oscenità . La scuola edile genovese vanta un corso di decorazione e la maggior parte di queste ragazze esce con una qualifica in tasca…ma che cosa decoreranno negli anni a venire oltre le facciate se non tromp l’oleil,visto che non esisteranno più stucchi? In tutte le regioni fioriscono stuccatori, in Liguria no. Denunce che feci anche al TG3 quando fui intervistato in occasione della ristrutturazione della Sala delle Feste di Villa Grock a Imperia. Siamo rimasti pochissimi, costretti ad arruolare, per i montaggi e i ripristini degli interni, manovalanza straniera per l’assenza di stuccatori genovesi . Non esistono corsi per stuccatori, ci chiediamo perchè la Regione Liguria, invece di spendere 400.000 euro per la disistima dei depressi, non stanzi questi soldi per insegnare la nostra arte e dare occupazione ai giovani. Quando si mette la mano su un lavoro di ripristino, dove un nostro collega ci ha lavorato con amore , magari 400 anni fa, credetemi è come una continuazione, è come “generare e rigenerare” cose che andrebbero perdute, ci vuole amore per questo lavoro. Per non parlare poi dell’uso sconsiderato dei poliuretani e dei polistiroli espansi. Come in tutti i periodi di crisi, ora usa la copiatura degli stucchi in questo orrido materiale, si tratta di molecole di petrolio scisso e con questa sostanza si fanno anche profumi. L’uso è contro la norma UE DPR L. 85 perchè sono tossici e non ignifughi. Poi come si attaccano sono facili a staccarsi, basta stendere una ulteriore mano di pittura per riempire le loro modanature ornate ( si fa per dire…). Tanti vengono prodotti nei Paesi dell’Est e poi smerciati nel mercato italiano a basso costo per competere col vero stucco ornamentale italiano. Ci chiediamo: perchè ornare i soffitti con materiale che nel giro di 30 anni sparisce? Tanti artigiani seri si rifiutano di montare questa robaccia perchè si lavora male e le “giunte” non scompaiono mai. Sarebbe davvero l’ora che i genovesi capissero che il lavoro dovrebbe essere fatto”una volta sola e per sempre”, evitando le molecole di petrolio scisso. Ne va della nostra tradizione secolare e della nostra cultura millenaria…
Michele Arcangelo La Ginestra