GOVERNO RENZI, L’INCARICO C’E’, LA LISTA DEI MINISTRI NO
SONO PIU’ I RIFIUTI CHE HA RICEVUTO DAI PAPABILI CHE I CONSENSI.. E SE ALFANO AVESSE DECISO CHE PER NCD E’ MEGLIO ANDARE A VOTARE ADESSO CHE TRA UN ANNO?
Appena rientra a Roma da Firenze Matteo Renzi cambia programma. Facendo slittare l’incontro con Alfano, inizialmente previsto per le 19,00 al Bernini Bristol. Perchè la trattativa è entrata in una zona critica. Con Alfano che gioca al rialzo. E con la casella dell’Economia legata al confronto con Napolitano.
La lista provvisoria con la quale Renzi salirà al Colle lunedì mattina alle 10,30 per ottenere l’incarico è ancora un work in progress allo stato iniziale.
È legata a queste difficoltà la “mossa” di aspettare il conferimento formale dell’incarico per aprire le danze degli incontri. E di arrivare al rush finale della trattativa con lo scudo dell’incarico conferito dal Quirinale.
Da una posizione di forza: “La pistola delle elezioni anticipate di Alfano — spiega un renziano informato è scarica — e mancano 72 ore al giorno in cui giureranno i ministri. Matteo, dopo l’incarico, farà una ricognizione ma poi stringerà su una sua lista”.
Lista che, al momento, non c’è. Tanto che la fedelissima Maria Elena Boschi a Sky spiega che ci vuole ancora un po’ di tempo: “Sono giornate decisive, sono stati chiesti tempi non particolarmente accelerati. Prenderemo qualche giorno”.
Già , “sono stati chiesti”. Il vaglio problematico riguarda soprattutto il Quirinale. Perchè Giorgio Napolitano sta seguendo con molta attenzione la nascita del nuovo governo. Soprattutto per quel che riguarda la problematica casella dell’Economia.
Le ipotesi di Lucrezia Reichlin e Bini Smaghi sono tramontate. Sulla prima, gradita a Draghi, non è scattato il feeling con Renzi. Per il secondo vale l’inverso. Tramontato anche il nome dell’ad di Luxottica Andrea Guerra per lo Sviluppo.
Per l’Economia circolano tanti nomi, da Prodi che ha declinato a Fassino (improbabile) a Fabrizio Barca, talentuoso Ciampi boy, poi stimato ministro di Monti. Chissà .
È proprio per “stabilizzare” il nuovo governo che sarebbe arrivato dal Colle il suggerimento di ricomporre con Enrico Letta, affidandogli il dicastero di via XX settembre.
Rappresenta l’identikit perfetto: politico, stimato in Europa, consentirebbe anche di ricomporre la dolorosa frattura degli ultimi giorni rafforzando la stabilità del governo e la “coesione” della maggioranza. Un’idea che, al momento, pare non piacere più a Letta che a Renzi.
Sia come sia non sarà un confronto banale quello che si svolgerà al Colle sui dicasteri economici. Perchè il capo dello Stato difficilmente può tollerare che, dopo tanti sacrifici, possa essere intaccare la ritrovata credibilità europea.
E difficilmente può tollerare che il nuovo governo nasca paralizzato da un gioco di veti e da un braccio di ferro quotidiano. Per questo l’idea del “patto alla tedesca” trova l’apprezzamento di Giorgio Napolitano.
Il quadro politico, per il capo dello Stato, è fin troppo confuso perchè ci si possa permettere un governo non legato a un programma definito.
Ed è proprio la “confusione” il secondo corno della difficoltà di queste ore.
E riguarda Angelino Alfano. I toni duri riservati a Silvio Berlusconi sono un modo per parlare a nuora (il Cavaliere) perchè suocera (Renzi) intenda.
Alfano si è posto come un “rottamatore” del vecchio centrodestra così come Renzi lo è stato per il centro sinistra, e ha fatto capire che se è in grado di mandare al diavolo Berlusconi lo può fare anche con Renzi: “Se Renzi ci dice prendere o lasciare — è il ritornello dell’ex vicepremier andiamo a votare”.
Per “prendere” Alfano ha già messo nero su bianco un elenco dettagliato di richieste programmatiche, che limitano le proposte di Renzi sul lavoro, per non parlare dei diritti civili.
Ma soprattutto il suo “no” a una doppia maggioranza: sulle riforme con Berlusconi e al governo con Ncd.
E ha messo nero su bianco, come non trattabile, la richiesta di tre ministeri, di cui uno è l’Interno. Blindati Lupi (alle Infrastrutture) e la Lorenzin (alla Salute) è sul ruolo di Angelino la trattativa più lunga.
Renzi non lo vuole vicepremier e per l’Interno l’ipotesi di Franceschini è sempre più concreta.
“Il problema di Alfano — dicono nell’inner circle del segretario – sono solo le poltrone. Chiusa con Napolitano la casella più importante, sul resto l’accordo si trova”.
Ma qui Renzi rischia di non aver compreso la strategia di Alfano: bastava sentire l’ovazione che ha riscosso oggi all’assemblea Ncd a Roma quando ha risposto duramente a Berlusconi, per comprendere che in questa nuova veste potrebbe raccogliere molti più consensi che se si limita a fare la ruota di scorta.
E se si va a votare subito senza una nuova legge elettorale e sbarramenti alti Alfano potrebbe raccogliere tutti i dissidenti del centrodestra in una coalizione alternativa.
E a quel punto a restare con il cerino in mano sarebbe il premier mancato Renzi.
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