GRADUATORIE DEI PRECARI, LA COERENZA DELL’IDV: A ROMA CONTRO LA GELMINI, A GENOVA A FAVORE
SECONDO IL PARTITO DI DI PIETRO A ROMA, “IL TAR HA BOCCIATO L’ARROGANZA DEL MINISTRO E LA POLITICA AUTORITARIA DEL GOVERNO”… MA A GENOVA IL PRESIDENTE DEI PRESIDI, NICOLO’ SCIALFA (RESPONSABILE NAZIONALE SCUOLA DELL’IDV), DIFENDE LA GELMINI… LAVORARE STANCA
Sarà che siamo nel filone storico del “revisionismo”, sarà che l’Italia dei Valori non è che abbia, su molti temi, idee ben chiare (spesso dipendono dagli umori di Di Pietro, certo che trovare sulla stampa, nello stesso giorno e sullo stesso argomento, due dichiarazioni opposte da parte di due massimi esponenti dello stesso partito, la dice lunga sulla coerenza della politica italiana.
Qual è l’argomento di discussione?
La ormai nota sentenza del Tar ( di cui abbiamo trattato sul nostro sito) con la quale viene bocciata per la terza volta ( una anche da parte del Consiglio di Stato) la norma della Gelmini sulla graduatoria dei precari.
Ovvero il fatto di non aver permesso l’ingresso in graduatoria, secondo il punteggio maturato, a decine di migliaia di docenti che, pur avendo fatto domanda in altre tre province, si sono ritrovati in coda ad altri colleghi nonostante un punteggio superiore.
Una classica “marchetta alla Lega” l’abbiamo definita, per impedire che qualche docente meridionale potesse “inquinare” qualche cattedra del nord.
Una norma palesemente incostituzionale, bocciata nuovamente dal Tar.
La Gelmini, di fronte alle sentenze negative precedenti, aveva fatto sempre finta di nulla, perseverando con arroganza nel suo errore: ora, se entro 30 giorni non provvede, rischia il commissariamento.
Ma il ministro ha già preannunciato un emendamento per non ottemperare nuovamente, col rischio di vedere il governo nuovamente perdente di fronte alla Corte Costituzionale nei prossimi mesi.
Ma veniamo alla cronaca: l’Italia dei Valori, per bocca dell’on. Pierfelice Zazzera, capogruppo in commissione cultura alla Camera, commenta: ” la sentenza del Tar del Lazio boccia, di fatto, l’arroganza del ministro e le sue scelte e la politica autoritaria del Governo”.
Prendiamo atto, per una volta siamo d’accordo con Di Pietro.
Ma ecco che leggiamo un’intervista a Nicolò Scialpa, presidente dei presidi della provincia di Genova, esponente locale ma non troppo, visto che è anche responsabile nazionale Università e scuola dell’Idv.
Che dice il preside?
“E’ imbarazzante che ora dobbiamo riaprire le graduatorie. Certo, se qualcuno ha più diritto dovranno rifarsi le nomine ma per una volta devo dire che la Gelmini aveva fatto un lavoro sensato. L’inserimento in coda è stato interpretato come un favore alla Lega, ma non è così. Risponde a criteri di buon senso nella razionalizzazione tra offerta e richiesta. Sembrava che il provvedimento della Gelmini mirasse a tutelare i precari del nord, scalzati spesso dai colleghi meridionali, con più anni di precariato e più punti, ma non è così”.
In verità che cosa sia allora non ce lo spiega, ma ecco la frase finale che forse fa capire il suo disappunto e la sua presa di posizione a favore del ministro: “Se si dovessero rifare le graduatorie e rinominare gli insegnati, si butterebbe tutto all’aria e arriveremmo a Natale con ancora i docenti provvisori”.
Insomma sarebbe una rottura di coglioni per il preside dipietrista Scialpa, quindi meglio evitarlo e gridare viva la Gelmini.
Se migliaia di docenti sono stati penalizzati, chi se ne frega, l’importante è il motto “lavorare meno, lavorare (quasi) tutti”.
Da Genova parte forse la nuova linea politica dell’Idv e lo slogan per (non) cambiare mai nulla: “lavorare stanca”.
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