GRAZIA, DAL COLLE L’ULTIMO NO A BERLUSCONI
NAPOLITANO: “NON SOLO NON CI SONO LE CONDIZIONI PER LA CLEMENZA, MA HA USATO TONI SENZA MISURA”
Quello di Silvio Berlusconi era stato l’ultimo appello, un po’ nervoso e un po’ disperato: “Il Quirinale mi deve dare la grazia senza neanche che io la chieda” aveva detto.
Come risposta riceve l’ennesima porta in faccia.
Ed è l’ultima perchè mercoledì prossimo, il 27 novembre, il Senato voterà la sua decadenza da parlamentare. Non è solo una risposta formale a una richiesta di grazia che peraltro neanche i legali dell’ex presidente del Consiglio si sono sentiti di presentare.
C’è di più: nella vicenda del Cavaliere, spiega la nota del Colle, non solo non si sono mai create “le condizioni per un eventuale intervento del capo dello Stato sulla base della Costituzione”, ma si sono “ora manifestati giudizi e propositi di estrema gravità , privi di ogni misura nei contenuti e nei toni”.
A questo si aggiunge un appello (“pacato” precisa il Quirinale) in vista delle manifestazioni previste per il 27 novembre, quando è in calendario — nell’Aula del Senato — il voto sulla decadenza.
Manifestazioni in programma davanti a Palazzo Grazioli, ma che non è escluso – si diceva negli ambienti berlusconiani fino a 24 ore fa — si possano spostare davanti allo stesso Palazzo Madama.
E quindi il Colle invita “a non dar luogo a comportamenti di protesta che fuoriescano dai limiti del rispetto delle istituzioni e di una normale, doverosa legalità ”.
Per l’ennesima volta Napolitano ricorda la sua nota del 13 agosto su tutti i problemi legati alla sentenza definitiva della Corte di Cassazione per frode fiscale alla pena di 4 anni.
“Il presidente della Repubblica si è in questi mesi sempre espresso e comportato in coerenza con la sua ampia dichiarazione pubblica del 13 agosto — continua l’ufficio stampa del Quirinale — Nulla è risultato però più lontano del discorso tenuto sabato dal senatore Berlusconi dalle indicazioni e dagli intenti che in quella dichiarazione erano stati formulati”.
Lui, Berlusconi, nel frattempo insiste. In alcune interviste rilasciate prima dell’intervento del Quirinale parla di crisi economica, ma anche — di nuovo — dei suoi processi.
E lancia un ultimo anatema: la sentenza Mediaset “grida vendetta davanti a Dio e agli uomini. E sarà assolutamente possibile dimostrare la mia assoluta, totale innocenza”.
Le richieste di Berlusconi, sempre più solo
Cos’aveva detto Silvio Berlusconi dal palco della Giovine Italia? Più o meno tre cose. La prima: il voto sulla decadenza è un “colpo di Stato“. La seconda: i servizi sociali (cioè la modalità con cui sconterà la sua pena) sono “umilianti, ridicoli e inaccettabili”. La terza, conclusione del sillogismo: Napolitano mi deve dare la grazia senza che io la chieda (perchè ho la dignità di non chiederla).
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – con una risposta ponderata per oltre 24 ore – rispedisce tutte le richieste al mittente e apparentemente una volta per tutte.
Berlusconi sembra così sempre più solo perchè prima del no del Colle anche il suo ex delfino, Angelino Alfano, aveva sì confermato il no alla decadenza da parlamentare del leader del centrodestra, ma annunciando che il Nuovo Centrodestra non parteciperà alle manifestazioni organizzate in piazza da Forza Italia il 27 novembre.
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