GRILLO CHE INGIURIA I GIORNALISTI E’ COME IL CONTADINO CHE INSULTA LE SUE GALLINE DALLE UOVA D’ORO
SE NON CI FOSSERO STATE LE INCHIESTE DEI GIORNALISTI, GRILLO NEPPURE SAPREBBE I COSTI DELLA CASTA… SIAMO TANTO SERVI DEI POLITICI CHE HANNO FATTO UNA LEGGE CHE PREVEDE IL CARCERE PER LA DIFFAMAZIONE
C’è qualcosa di surreale in Beppe Grillo che dà degli «spregevoli» ai giornalisti, come ha fatto nel suo ultimo comizio a Piazza Armerina.
Spregevoli lo saremo senz’altro, e per tanti motivi, ma tra tutti questi motivi l’unico che manca è proprio quello indicato da Grillo: e cioè che siamo i silenziatori delle sue battaglie.
Anzi. Di che cosa si alimenta, il grillismo? Della convinzione che tutto fa schifo, che i politici sono tutti ladri, che l’Italia è sull’orlo del baratro, che per trovare lavoro ci vuole sempre la raccomandazione, che ci hanno rubato il futuro e i figli è meglio mandarli all’estero.
E chi è che più di ogni altro contribuisce, da anni, a diffondere tra la gente queste convinzioni?
Chi, se non noi giornalisti, pensa che faccia notizia solo quello che non va, che non funziona, che è corrotto?
Perfino nelle previsioni del tempo siamo catastrofisti: il caldo è sempre record e quando piove non è mai piovuto così tanto. Se c’è un terremoto, la colpa non è della Natura crudele matrigna ma dei politici che non hanno previsto, pianificato, prevenuto.
Beppe Grillo vuol far credere che giornalisti e politici siano tutto un pappa e ciccia, ma a Montecitorio e a Palazzo Madama non esiste una categoria più detestata della nostra.
E infatti solo pochi mesi fa, quando s’è trattato di modificare la legge che prevede il carcere per la diffamazione a mezzo stampa, con quale godimento i nostri amici politici ci hanno affossati.
Vendetta comprensibile: non siamo stati forse noi a chiamarli «casta»?
Grillo gioca molto sull’ignoranza, e così può anche ripetere all’infinito la balla del finanziamento pubblico ai giornali, ma se c’è qualcuno che dovrebbe pagarci, se non altro per gratitudine, è proprio lui.
Grillo che chiama spregevoli i giornalisti è come il contadino che insulta le sue galline dalle uova d’oro.
Michele Brambilla
(da “La Stampa”)
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