“HO VISTO LE CARTE DEL CASO EPSTEIN: TRUMP RISCHIA IL DISASTRO POLITICO”: LO DICE ALAN DERSHOWITZ, EX AVVOCATO DEL FINANZIERE PEDOFILO E DEL PRESIDENTE AMERICANO
“NON CI SONO PROVE INCRIMINANTI. IMBARAZZANTI SÌ, PERCHÉ EPSTEIN ODIAVA TRUMP E LO CONSIDERAVA PAZZO. ERA UN MANIPOLATORE E QUANDO NON OTTENEVA CIÒ CHE VOLEVA TI SI RIVOLTAVA CONTRO”
«Sono stato l’avvocato di Jeffrey Epstein e Donald Trump, e al presidente offro questo
consiglio: pubblica tutti i documenti, perché non corri rischi sul piano legale, mentre su quello politico metti in pericolo l’unità del tuo partito». Oltre che legale dei protagonisti, Alan Dershowitz è stato anche accusato da Virginia Giuffre, che poi lo ha scagionato. Perciò ha visto tutti i documenti, anche quelli penali ancora secretati.
Le mail pubblicate in questi giorni hanno effetti legali
«E’ materiale divulgato in maniera selettiva. Invece dobbiamo
vedere tutto, ogni nome di accusati e accusatori. Io sono stato falsamente accusato e la prima cosa che ho fatto è stata rinunciare alla privacy per chiedere di pubblicare tutto, nella certezza che avrebbe dimostrato la mia innocenza. Così è stato.
Non so perché alcuni cerchino di nascondere i materiali. Ci sono cose imbarazzanti. Epstein mi odiava perché pensava che nel primo processo lo avessi difeso male. Secondo me 18 mesi di prigione erano stati un ottimo risultato, ma lui si era rifiutato di pagare la parcella e avevo dovuto fargli causa. Questo però conferma solo la necessità di pubblicare tutto».
La settimana prossima la Camera deve votare per desecretare?
«Sì, ma non può ottenere tutto. Molti documenti sono sigillati dai giudici, neppure il presidente può divulgarli. In una deposizione Sarah Ransome ha accusato Trump, Bill e Hillary Clinton, e Richard Branson di fare sesso con bambini. Ha detto di avere i video, i media le hanno chiesto di pubblicarli, e lei ha ammesso di essersi inventata tutto. Maria Farmer ha detto che la pedofilia è una malattia tipica degli ebrei. La cosa peggiore è che simili denunce continuino a circolare, senza pubblicare i nomi di accusatori e accusati, per consentire loro di confutarle». […
Trump aveva promesso di farlo in campagna elettorale, poi si è rimangiato la parola. Perché?
«Non ho idea, ma ho visto i documenti e non ci sono prove incriminanti. Imbarazzanti sì, perché Epstein lo odiava e lo considerava pazzo. Era un manipolatore e quando non otteneva ciò che voleva ti si rivoltava contro. Quindi posso capire i timori di Trump, ma non bastano a negare la pubblicazione».
Non c’è un motivo per cui ha cambiato idea?
Non lo so, ma credo che dovrebbe spiegarlo. Se non lo fa, i seguaci delle teorie cospirative penseranno sempre che ha qualcosa da nascondere. Non credo che stia proteggendo qualcuno, ma ora vediamo cosa deciderà il Congresso».
In base a quanto ha visto, altri rischiano l’incriminazione?
«Non lo so con certezza. L’avvocato delle vittime Brad Edwards ha detto che non pensa ci siano altri colpevoli, oltre a quelli già noti. I nomi di un paio di accusati non sono stati ancora rivelati, ma questo non significa che siano responsabili di reati. Molti sono stati tirati in ballo da persone che volevano solo compensazioni. Ci sono zone grigie, perciò abbiamo bisogno di avere tutte le prove, per distinguere le accuse false da quelle vere».
Perché nel movimento Maga c’è chi critica Trump?
«È sempre stato cospirativo. Aveva promesso di pubblicare tutto, se non lo fa mette a rischio l’unità del Partito repubblicano
(da agenzie)
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