I 50 ANNI DEL CAPITONE: OMBRE DI ‘NDRANGHETA SUL RESORT DELLA FESTA DI SALVINI
IL PARTY A MARZO CON MEZZO GOVERNO… IL TITOLARE DELL’HOTEL SI SAREBBE RIVOLTO AI CLAN PER UN RECUPERO CREDITI
Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha festeggiato il suo 50° compleanno – insieme a mezzo governo -, nel relais di un imprenditore che si è rivolto alla ‘ndrangheta per recuperare dei crediti.
Precisamente: a un capo e a un affiliato arrestati insieme ad altre 36 persone in un’operazione della Dda di Milano eseguita dal Ros dei carabinieri.
Un’indagine che, nel 2014, smantellò tre “locali” di ‘ndrangheta tra Como e Lecco. E che accertò 500 episodi di intimidazione. Dall’inchiesta Insubria spuntò anche il nome di Massimo Guffanti.
È il 10 marzo 2023: la sera del Salvini-party a sorpresa. Sono passate meno di 48 ore dal Cdm sul naufragio di Cutro. È lo stesso capo della Lega a dare notizia della festa: “Un compleanno speciale! Buona serata da noi, Amici, e grazie di cuore per esserci sempre”, scrive in un post. A fare gli auguri a Salvini ci sono, tra gli altri: la premier Meloni, il presidente della Camera Lorenzo Fontana – dunque la quarta e la terza carica dello Stato -, altri tre ministri e Silvio Berlusconi.
Un centinaio gli invitati a “La Tenuta dell’Annunziata”, a Uggiate Trevano, nel comasco. Il relais è a pochi passi dalla Svizzera. Ristorante, 21 camere, bosco bioenergetico, spa. La bellezza del posto è insindacabile. Ciò che è discutibile è altro. Di quella festa, sei mesi fa, sono emersi alcuni dettagli. Ma non il più rilevante. Riguarda il padrone di casa: Massimo Guffanti. Fonda Tenuta Annunziata nel 2013, la gestisce insieme alle figlie Elisabetta e Arianna. Repubblica ha consultato documenti, visure, atti giudiziari. Viene a galla una storia che può mettere in imbarazzo Salvini e i suoi invitati.
L’inchiesta
Nel 2014 la Dda decapita tre “locali” di ‘ndrangheta: Calolziocorte, Cermenate e Fino Mornasco. 38 arrestati. I reati: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione di armi da fuoco. È l’indagine Insubria diretta da Ilda Boccassini. Guffanti – si legge negli atti di indagine – è uno dei tre imprenditori (gli altri due li arrestano) che “entrano in rapporti con la ‘ndrangheta per riscuotere crediti”. Attraverso la mediazione di Bartolomeo Monteleone, Guffanti incarica Michelangelo Chindamo e Alfredo Rullo di recuperare 300mila euro dalla società Augusto Figini snc di Lomazzo (dichiarata fallita nel 2012).
Chi sono i due ‘ndranghetisti? Chindamo, nato a Palmi, è capo della “locale” di Fino Mornasco; Rullo, originario di Gifone, è affiliato. Per Guffanti non ci fu imputazione. Il motivo è spiegato nell’ordinanza di Insubria. L’atto intimidatorio – scrivono i pm – rientra tra gli “atti perfettamente accertati come tali… ma che non assurgono a rilevanza penale perché non superano la soglia del tentativo punibile…”. In sostanza: dopo “alcuni sopralluoghi” a casa del debitore Enrico Figini, la “condotta estorsiva” degli “uomini d’onore” mandati dall’imprenditore “cessò”. Il motivo non è noto.
È un fatto, però, che i rapporti di Guffanti con i due criminali sono acclarati. Insubria va a processo. Nella sentenza di Cassazione del 15 giugno 2017 si ricorda che “alcuni imprenditori” – tra cui lui – “entrano in rapporti con la ‘ndrangheta allo scopo di sfruttarne la capacità di intimidazione…”. All’epoca Guffanti era impegnato anche nella Pezzoli Petroli. Azienda che la moglie Magda Pezzoli eredita dal padre. Massimo è stato presidente del cda. Pezzoli Petroli partecipa con il 49% alle azioni in Comocalor, a cui si affidano il Comune di Como e l’ospedale Sant’Anna per il teleriscaldamento. “Papà oggi si dedica solo alla tenuta”, dice Elisabetta Guffanti. Curiosità: Massimo Guffanti non figura tra i soci di Tenuta Annunziata (né di Pezzoli Petroli). Ma il gran capo è lui.
È Guffanti che il 10 marzo 2023 accoglie Salvini e la fidanzata Verdini (“ma sono venuti il giorno prima per rilassarsi un po’”). Al tavolo “governativo” del vicepremier, la sera della festa, siedono Meloni con Giambruno e la figlia Ginevra, Berlusconi e Fascina, e i ministri Giorgetti, Calderoli e Valditara. Segue il karaoke Salvini-Meloni. Come approdano Salvini-Verdini all’Annunziata lo racconta ancora Elisabetta Guffanti. “È la fidanzata del ministro, tramite un amico comune, a prendere contatti”.
(da La Repubblica)
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