I MEDICI LOMBARDI ACCUSANO LA REGIONE: “CI HANNO VIETATO I TRASFERIMENTI DEGLI ANZIANI RSA GRAVI IN OSPEDALE”
“SIAMO STATI ABBANDONATI DI FRONTE ALLA CRISI”
Nelle residenze per anziani lombarde l’onda lunga dell’emergenza continua a uccidere. Si muore per gli effetti del Covid 19 o per altre patologie, che abbattono poco alla volta le persone più fragili.
E questo nonostante l’impegno del personale sanitario. Molti medici adesso però cominciano ad alzare la voce, sostenendo di essere stati abbandonati di fronte alla crisi: soli a lottare per la vita degli ospiti.
Mentre il governatore Attilio Fontana insiste nel ribadire “rifarei tutte le scelte che ho dovuto fare”, dottori e infermieri contestano soprattutto una delle misure varate dalla Regione.
Si tratta delle indicazioni trasmesse con la deliberazione dello scorso 30 marzo. Che sostanzialmente vietava di trasferire dalle Rsa i pazienti con più di 75 anni.
Ecco le direttive della Lombardia, votate all’unanimità dalla giunta presieduta da Fontana: “Età avanzata (>75 anni) e presenza di situazione di precedente fragilità nonchè presenza di più comorbilità , è opportuno che le cure vengano prestate presso la stessa struttura per evitare ulteriori rischi di peggioramento dovuti al trasporto e all’attesa in Pronto Soccorso”.
Una decisione che scaricava tutta la responsabilità sul personale delle case di cura. “Non solo ci dicono che è “opportuno” non mandare i nostri pazienti in ospedale (eticamente discutibile) ma addirittura ci suggeriscono ovvietà come quella di somministrare ossigenoterapia in caso di bassa saturazione e ci allegano le procedure per la sedazione terminale? Come se le procedure per la sedazione palliativa non le conoscessimo già …”.
La protesta è stata firmata due giorni fa da “un gruppo di medici, quasi tutti geriatri, che hanno scelto di dedicarsi alla cura delle persone anziane più fragili e malate”. Lavorano nella Fondazione Castellini di Melegnano, proprio al confine con Milano, dove prima dell’epidemia erano ospitati 365 anziani.
Il 15 aprile si contavano già 45 decessi, molto più del dieci per cento dei ricoverati, e 119 casi con sintomi di coronavirus.
“Sentiamo il bisogno di far sapere quanto ci sentiamo feriti dal martellamento mediatico sulle Rsa, come se fossero luoghi dove gli anziani vengono lasciati morire senza cure. Nulla è più lontano dalla realtà “, hanno scritto, formulando un j’accuse durissimo: “Dov’erano le istituzioni quando sono scoppiati focolai nei nostri reparti e siamo stati lasciati soli a gestire la “nostra” emergenza? La Fondazione Castellini non ha mai fatto mistero dei contagi all’interno, e già da tempo sta pubblicando sul sito il bollettino della situazione. Dov’erano le istituzioni quando i nostri colleghi si sono ammalati, prestando servizio ai nostri pazienti?”.
Se alle residenze per anziani è stato detto di non trasferire i pazienti negli ospedali – e diverse testimonianze sostengono che le richieste di intervento per gli over 75 alle centrali delle ambulanze venissero respinte – allo stesso tempo la procura indaga sul movimento in senso inverso: gli spostamenti di malati – di Covid 19 o altre diagnosi – dai nosocomi agli ospizi.
Spostamenti avvenuti sulla base della delibera regionale dell’8 marzo o di precedenti accordi, dettati dall’esigenza di liberare le corsie e che ora si sospetta possano avere moltiplicato i contagi tra le persone più fragili.
Indagini a parte, ancora oggi nelle Rsa si sta combattendo una lotta per la vita. Perchè anche chi supera la fase critica del contagio deve superare danni gravi, fisici e psicologici.
“Non ci sono solo la febbre o l’insufficienza respiratoria – scrivono i medici della Fondazione Castellini – , che certamente gestiamo con i farmaci e con l’ossigenoterapia. Quando passa la fase acuta, restano la debolezza e l’inappetenza… altrettanto pericolose per un organismo anziano e malato. Perchè non vengono a vedere come ci inventiamo strategie per far mangiare i nostri pazienti? Perchè non vengono a vedere come vengono imboccati e stimolati? Abbiamo acquistato i gelati, un alimento completo, fresco e dolce, come aggiunta al pasto o come sostituto per chi proprio non accetta altro. Non sappiamo più come coccolarli, i nostri anziani”.
E’ una situazione che richiede risposte urgenti. Prima di parlare della ripartenza, ci sono ancora tante persone da salvare.
E prima di cassare le critiche e autoassolversi, la giunta lombarda deve ridefinire i criteri dell’assistenza sanitaria. Perchè sappiamo tutti che dovremo convivere per mesi e mesi con il virus. Ed è non bisogna nascondere gli errori, ma farne tesoro.
Come dicono i medici di Melegnano: “In questo momento, faticosissimo anche per noi, ci sentiamo isolati e dimenticati. Ma non perdiamo il nostro spirito, combattiamo ogni giorno. Qualche battaglia l’abbiamo persa, ma intendiamo vincere la guerra”. Impariamo da loro.
(da agenzie)
Leave a Reply