RSA LOMBARDE: LA PROCURA INDAGA SU ALTRI ANZIANI MALATI DI POLMONITE INVIATI DA OSPEDALI
SI TRATTA DI ALTRI MALATI NON UFFICIALMENTE POSITIVI PERCHE’ NESSUNO AVEVA FATTO LORO IL TAMPONE PRIMA DEL TRASFERIMENTO
Non solo pazienti ufficialmente Covid trasferiti dagli ospedali sulla base delle delibera regionale dell’8 marzo.
Nelle Rsa, dopo lo scoppio dell’epidemia, sarebbero stati accolti anche malati, non positivi perchè senza tamponi effettuati ma affetti anche da polmoniti, sulla base di “convezioni” già in atto da tempo sulle degenze nelle case di riposo di anziani provenienti da strutture sanitarie.
E’ uno dei fronti, da quanto si è appreso, su cui stanno lavorando investigatori e inquirenti milanesi nelle indagini sui contagi nelle residenze assistenziali.
In sostanza, nelle indagini che vedono al centro una ventina di Rsa, tra cui anche il Pio Albergo Trivulzio e il Palazzolo-Don Gnocchi di Milano, si stanno verificando, da un lato, gli “ingressi” di pazienti Covid arrivati nelle residenze sulla base dell’ormai nota delibera.
Si deve accertare se siano state prese misure adeguate per isolarli dagli ospiti e se questi spostamenti possano aver favorito la diffusione del virus. Il Pat, su indicazione della Regione Lombardia, ha fatto da centro organizzativo di smistamento di questi malati.
Dall’altro lato, però, nelle indagini condotte dalla Gdf e coordinate dal pool guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, si stanno analizzando anche i trasferimenti di pazienti ‘normali’ nelle residenze sulla base di convenzioni delle strutture con la Regione già in atto da tempo.
Da verificare quanti e quali trasferimenti sarebbero avvenuti anche dopo lo scoppio dell’epidemia, anche perchè nelle strutture potrebbero essere stati portati malati con polmoniti interstiziali, non ufficialmente Covid perchè non erano stati fatti i tamponi. Nei decreti delle perquisizioni dei giorni scorsi, infatti, la Procura nel lungo elenco dei documenti da acquisire ha indicato anche quelli sulle convenzioni “con Regione Lombardia” e su numeri e dati dei “pazienti ricevuti da altre strutture sanitarie” in un periodo che va da gennaio in avanti.
Ad esempio, nel reparto ‘Pringe’, pronto intervento geriatrico, del Trivulzio (che sulla carta non accolse pazienti Covid) sarebbero stati ricoverati da gennaio in avanti diversi pazienti con polmoniti.
Gli investigatori nelle perquisizioni hanno sequestrato centinaia e centinaia di cartelle cliniche di morti, malati, positivi e “nuovi ingressi”, ossia pazienti arrivati dagli ospedali.
Documenti che, come altri, andranno analizzati con un lavoro lungo, mentre continuerà la raccolta di denunce, in aumento costante, e di testimonianze di lavoratori e familiari di anziani.
E’ andata avanti per circa 19 ore, fino a stamani all’alba, l’attività di perquisizione iniziata ieri dalla polizia giudiziaria del dipartimento ‘salute, sicurezza, lavoro’ della Procura milanese all’istituto Palazzolo-Don Gnocchi nell’inchiesta su contagi e morti per Covid-19 nella Rsa dall’inizio dell’epidemia.
Nelle quattro sedi della casa di riposo, le squadre di pg guidate da Maurizio Ghezzi hanno acquisito una grande mole di documenti che dovrà essere analizzata e vagliata per verificare se vi siano state irregolarità nella gestione dell’epidemia e se siano state rispettate le normative per la tutela della salute dei lavoratori.
Tra i documenti acquisiti ieri ci sono le cartelle cliniche dei pazienti positivi al Covid e quelle degli anziani deceduti, gli statuti e i regolamenti di Regione Lombardia, le disposizioni dell’Ats (ex Asl) in merito all’emergenza.
E nel periodo che va da febbraio (mese della scoperta del primo positivo a Codogno, nel lodigiano) in poi, anche i dati relativi al numero di lavoratori in malattia, dei pazienti trasferiti dagli ospedali e da altre strutture sanitarie, la collocazione degli ospiti, l’elenco (e i rispettivi esiti) dei tamponi effettuati per positività al Coronavirus sia sugli ospiti che sul personale.
(da agenzie)
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