LE TUTE BLU DELLA FIOM: “TANTISSIME AZIENDE HANNO GIA’ RIAPERTO, IL GOVERNO NON GESTISCE NULLA”
INTERVISTA A DE PALMA: “NON STA PREVALENDO UNA LOGICA SANITARIA, MA UNA LOGICA DI MERCATO”
“Conte deve parlare di cose concrete e reali: non può continuare a indicare la data del 4 maggio per la fine del lockdown, quando nel frattempo stanno aprendo moltissime multinazionali e aziende solo con l’autorizzazione dei prefetti o con un silenzio-assenso. Sto parlando di aziende che sono state chiuse per la pandemia in quanto non strategiche per la produzione. Adesso improvvisamente sono diventate strategiche… Pur senza un piano del Governo, stanno riaprendo le aziende che hanno un mercato. Restano chiuse quelle che non ce l’hanno più e hanno i lavoratori in cassa integrazione. Non sta prevalendo una logica sanitaria, bensì una logica di mercato”.
Michele De Palma, responsabile automotive della Fiom-Cgil, è furioso con la modalità con cui il Governo sta preparando la fase 2, dopo il lockdown dell’ultimo mese e mezzo a causa dell’emergenza coronavirus: “Siamo al punto che se vai a fare jogging, ti fermano, controllano e multano. Mentre il campo del lavoro è una terra di nessuno: le aziende decidono di riaprire senza un piano di sicurezza sociale, della mobilità , senza un piano per i test nelle fabbriche”.
Avete scioperato per chiedere protocolli di sicurezza nelle fabbriche rimaste aperte in fase di lockdown. Avete anche fatto accordi con Fca. Adesso che ci avviciniamo alla fase 2 cosa temete?
Il Governo non la sta gestendo per niente. Continuano a fare un dibattito finto sulla riapertura il 4 maggio, quando in realtà molte aziende hanno già riaperto. E altre ancora, tra cui moltissime multinazionali, apriranno la prossima settimana. Ma di cosa stiamo parlando? Il Governo rischia di arrivare tardi con il suo piano, quando le aziende avranno già riaperto senza uno schema di protezione nè dal punto di vista sociale, nè dal punto di vista della mobilità dei lavoratori, che spesso arrivano da fuori Regione e si spostano in bus. E senza un piano epidemiologico, senza un piano per i test, senza personale che possa compiere le verifiche nelle aziende.
Cosa chiedete al Governo?
Che si assuma le sue responsabilità . Noi ce le siamo assunte scioperando e facendo accordi per la tutela della sicurezza dei lavoratori nelle aziende che sono rimaste aperte, cioè quelle essenziali, inserite nel Dpcm con la lista dei codici Ateco che potevano lavorare in periodo di pandemia. Ora sta succedendo che aziende che non erano in quella lista, improvvisamente figurano come strategiche e riaprono senza che il Governo abbia fatto un piano. Non stanno riaprendo solo quelle aziende che non hanno un mercato, aziende che rischiano di non riaprire con i lavoratori che rischiano di essere in cassa integrazione poi di perdere il lavoro. Ecco la differenza tra quando hanno deciso il lockdown e ora è che le aziende che hanno fermato la produzione hanno potuto mandare i dipendenti in cassa integrazione e nel frattempo abbiamo contrattato protocollo di sicurezza che abbiamo ottenuto anche scioperando. Per il resto, riaprono senza rete tutte le aziende che hanno un mercato senza rete.
Quali sono?
Ce ne sono tantissime. Servirebbe un piano che rischia di arrivare tardi, quando hanno già riaperto col rischio di una falsa partenza: se scoppiano nuove emergenze di contagi, che facciamo? Meglio fermare le riaperture fino al 4 e lavorare alla messa in sicurezza.
Pensate di scioperare di nuovo?
Il punto non è questo. Perchè lo sciopero è un’arma contro l’azienda quando non rispetta le linee guida sul distanziamento di almeno 1 metro, non dà i dispositivi di protezione. Oggi le aziende sostengono di chiedere di riaprire perchè lo prevede il Dpcm con le deroghe sulla strategicità affidata ai prefetti. Il punto è che c’è un vuoto di cui il Governo deve farsi carico. Conte parli di cose certe e reali per le riaperture. Tra l’altro, mi chiedo, c’è un piano per chi non sa a chi lasciare i figli per tornare al lavoro, visto che le scuole sono chiuse? No, manca anche quello.
Però, magari, pur nell’insicurezza, i lavoratori, che voi rappresentate, vogliono tornare al lavoro, per non perderlo…
Ma noi non abbiamo mai detto: tutti a casa. Anzi, abbiamo anche proposto che stabilimenti chiusi da anni come Termini Imerese siano riconvertiti per produrre beni necessari in periodo di pandemia. Nessuno ci ha risposto. Ripensare le riduzioni del futuro è come produrle è il centro della riflessione che dovrebbe vedere sindacato, governo e imprese ascoltare la comunità scientifica. Il punto è che serve equilibrio e competenza: non si può rischiare tutto per permettere alla gente di andare al lavoro, anche in aziende non essenziali e senza aspettare un piano di sicurezza per i lavoratori e per tutti, e poi allo stesso tempo, se vai a fare jogging ti possono fermare, controllare e multare. Significa che prevale la logica di mercato. Non c’è alcuna logica sanitaria. Non vogliamo tornare alla normalità che ci ha portato in questa crisi sanitaria, sociale ed economica.
(da “Huffingtonpost”)
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