I NODI VENGONO AL PETTINE GRAZIE A SILVIA SALIS: LA PROCURA DI GENOVA INDAGA SUL DEFICIT DELL’AZIENDA TRASPORTI E SULLA GESTIONE DEI CONTI, EREDITATI DAI SOVRANISTI
LE GRAVI ACCUSE DEL CDA DELL’AZIENDA TRASPORTI VERSO L’EX PRESIDENTE NOMINATA DAL CENTRODESTRA AL CENTRO DELL’INDAGINE: “HA OCCULTATO LE PERDITE”
La Procura di Genova ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla grave crisi di Amt per valutare possibili responsabilità penali nella gestione dei conti che hanno portato l’azienda a partecipazione pubblica sull’orlo del collasso.
Si tratta in questa primissima fase di un’inchiesta esplorativa, per vederci chiaro sulla gestione dell’azienda a partecipazione pubblica che gestisce il trasporto pubblico in tutta la città metropolitana.
La Procura in questi mesi ha seguito con attenzione l’evolversi della situazione dell’azienda, al centro di un dibattito spesso infuocato in consiglio comunale e non solo. Ma dopo le gravi accuse formulate dal nuovo consiglio di amministrazione di Amt alla ex presidente Ilaria Gavuglio (formalmente una lettera di contestazione disciplinare con sospensione dall’incarico di direttrice generale), ampiamente riportate dalla stampa, ha deciso che è arrivato il momento di approfondire.
Si tratta per il momento di un fascicolo aperto dal procuratore Nicola Piacente sulla base del cosiddetto ‘modello 45’, cioè senza indagati e senza un’ipotesi di reato, anche perché al momento – si apprende dal nono piano di palazzo di Giustizia – nessun esposto formale è stato presentato né dal nuovo Cda di Amt e neppure dal Comune di Genova e dagli altri soci dell’azienda. E sarà affidato nei prossimi giorni a uno dei pm specializzati in reati economici.
Ma potrebbe essere solo questione di tempo, visto che la lettera
del Cda sembra contenere anche ipotesi di responsabilità penale, a partire dalle false comunicazioni sociali visto che si parla di “violazione dei principi di corretta rappresentazione contabile, occultando le perdite e la conseguente riduzione del patrimonio netto”. La condotta di Gavuglio avrebbe determinato quindi una “rappresentazione artificiosa della situazione economica aziendale”.
Nella stessa lettera il Cda accusa fra l’altro l’ex presidente di “inerzia rispetto alle segnalazioni degli organi di controllo e alle richieste del Comune di Genova“. Il riferimento è agli allarmi del collegio sindacale che a luglio parlava di un possibile “deficit patrimoniale” oltre che “inadeguatezza dei flussi di cassa per far fronte alle obbligazioni di breve termine”, ma anche e soprattutto alle segnalazioni del Comune inviate già a partire da febbraio.
La relazione previsionale 2025-2027, infatti, era stata dichiarata “irricevibile” dalla direzione Partecipate di Tursi per ben due volte, a marzo e ad aprile, ancora prima delle elezioni. Sotto accusa in particolare la decisione di riportare in conto capitale i costi della politica tariffaria e l’iscrizione di ricavi per sanzioni incoerenti con i dati effettivi di incasso del 2024. Gli uffici invitavano perciò l’azienda a predisporre “un piano di medio termine di sostenibilità aziendale”, appello che sarebbe rimasto “totalmente inascoltato“.
Adesso comunque, mentre la nuova giunta (in particolare il vicesindaco Alessandro Terrile che ha la delega alle società partecipate) è ancora impegnata a recuperare le carte tra la
miriade di uffici che hanno trattato con Amt per tentare di dare un ordine al caos, è possibile che siano gli stessi pm ad acquisire documenti e bilanci (quello del 2024 non è stato mai chiuso né approvato) o a chiedere al Cda una relazione dettagliata.
A sollecitare l’interesse della Procura è probabilmente anche il fatto che il buco di Amt sia emerso in tutta la sua gravità solo dopo le elezioni, quando cioè il collegio sindacale ha parlato di una possibile crisi d’impresa mentre le casse dell’azienda erano già in pesante difficoltà. In particolare, in seguito alla due diligence commissionata dalla giunta Salis e consegnata a ottobre, la società di revisione Pwc ha evidenziato debiti per 158 milioni, un rosso in bilancio di 74,5 milioni nel 2024 e soprattutto un deficit patrimoniale nell’ordine dei 90-100 milioni, tecnicamente sintomo di un’azienda sull’orlo del fallimento.
(da Genova24)
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