I NUOVI VOLTI DEL M5S NELLA PROSSIMA LEGISLATURA: BAFFAGNI, PATUANELLI E PERILLI
PER GLI USCENTI NO A CORSIE PREFERENZIALI
Ricambio a 5 Stelle, da Nord a Sud circolano già diversi nomi di possibili nuovi deputati e senatori, pronti a partecipare alle ‘parlamentarie’ forti di avere buone possibilità per spuntarla anche su chi sta terminando il primo mandato.
Nel frattempo il candidato premier Luigi Di Maio sarà affiancato da tre uomini di fiducia nella campagna per le prossime elezioni politiche: sono Pietro Dettori, Dario De Falco e Vincenzo Spadafora, tutti molto vicini al candidato premier M5S, a far parte del comitato elettorale nato, così come previsto dalla legge, per gestire i fondi per la campagna elettorale.
Fra i volti nuovi, primo fra tutti Stefano Buffagni: era in pole fino a un po’ di tempo fa per una candidatura alla presidenza della Regione Lombardia ma poi è arrivato il passo indietro, proprio perchè per lui si intravede, se la rete lo vorrà , un futuro in Parlamento.
Così come per il triestino Stefano Patuanelli. Anche il suo nome, un paio di mesi fa, veniva dato come possibile candidato pentastellato alla presidenza della regione Friuli, ma molto vicino ai vertici grillini e organizzatore della festa per i dieci anni del V-Day appare con un orizzonte romano.
Dalla Regione Lazio si sposta invece verso il Parlamento Gianluca Perilli, che un tempo faceva parte del mini-direttorio poco fortunato che ha affiancato Virginia Raggi nei primi mesi in Campidoglio.
Così tra ansia da riconferma e aspiranti parlamentari, il Movimento 5 Stelle è alle prese con paure e speranze.
Da una parte c’è chi teme di non essere riconfermato e vorrebbe una corsia preferenziale rispetto a chi ambisce ad entrare per la prima volta in Parlamento, dall’altra i vertici pentastellati vogliono vedere volti nuovi.
Attivisti che in questi anni hanno lavorato sul territorio e che hanno contatti, soprattutto al Nord, con le imprese e con quei mondi che M5s sta cercando di raggiungere, anche attraverso Buffagni che sta guidando Luigi Di Maio alla conquista del Nord, non tanto in ottica elezioni regionali quanto per conquistare voti in quei territori dove M5s è debole rispetto al centrodestra.
Non è un caso poi se Buffagni ha partecipo nella sede della Casaleggio associati all’ultimo super vertice con i big del Movimento.
Sempre al Nord circola il nome di Alvise Maniero, ex sindaco di Mira, in provincia di Venezia, eletto a soli 26 anni.
Ha terminato il mandato e ha deciso di non ricandidarsi alla poltrona di prima cittadino per “tornare all’università “, ha detto, ma non si esclude invece che ambire a uno scranno in Parlamento, anche perchè è un attivista della prima ora molto vicino a Luigi Di Maio.
In fondo tanti amministratori locali hanno scelto di non ricandidarsi nei propri comuni per un secondo mandato proprio per avere l’opportunità , secondo le regole M5s, si giocarsi la carta dell’ingresso in Parlamento.
Tra questi ci potrebbe essere anche l’ex consigliere milanese Mattia Calise che nel 2015 disse di non volersi ripresentare per “finire l’università e farlo magari più avanti più qualificato. Penso che sia giusto affrontare il secondo mandato con più competenze”. Perchè no, alla Camera o al Senato.
Questi sono solo alcuni dei nomi della carica dei volti nuovi e complice la nuova legge elettorale si cercano attiviste per rispettare le quote rosa.
La preoccupazione tra gli eletti a fine mandato è evidente: “Sul territorio, soprattutto nelle piccole province, ci possono essere cordate di attivisti a sostegno di qualcuno e c’è il rischio concreto di lasciare a casa chi ha lavorato alacremente nelle commissioni e magari paga anche lo scotto di avere avuto meno visibilità mediatica”.
Per questo ieri, secondo quanto ha appreso l’Adnkronos, durante l’assemblea congiunta di deputati e senatori, Paola Taverna ha chiesto di introdurre il voto di ‘recall’, ovvero l’elezione di richiamo per confermare i parlamentari uscenti.
Ma da Luigi Di Maio è arrivato un no secco provando tuttavia a diffondere ottimismo convinto che l’ascesa grillina porterà più parlamentari alla Camera e al Senato. Dunque ci sarebbe spazio per tutti e molti altri, ma che ci sia un cambio della guardia è la paura che fa capolino tra i deputati M5s in Transatlantico.
(da “Huffingtonpost”)
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