I TORMENTI DELLA LEGA: CON LA DESTRA DI LE PEN O I MODERATI DEL PPE?
CONSIGLIO FEDERALE, DOPO TRE ORE DI DIBATTITO NESSUNA DECISIONE SULLA COLLOCAZIONE DEL PARTITO IN VISTA DELLE EUROPEE. POSIZIONI DIVERGENTI
Restare con Marine Le Pen, nel gruppo Identità e democrazia, dove siedono anche alleati ‘scomodi’ come Alternative fur Deutschland. O avvicinarsi ai Popolari europei cercando di uscire dall’isolamento a Strasburgo. A poco più di un anno di distanza dalle europee, la Lega ha cominciato a interrogarsi sul suo futuro in Europa.
Dopo circa tre ore di dibattito durante il Consiglio federale, convocato da Matteo Salvini alle 11, nessuna decisione è stata presa e il segretario ha aggiornato la riunione al 29 maggio. -L
Il confronto sui temi di attualità, l’attività di governo, le prossime amministrative e i congressi regionali che si dovrebbero tenere a partire da giugno, non è servito però a sciogliere il nodo sulla collocazione europea del partito in vista delle Europee del prossimo anno.
Sul tema, il dibattito è acceso e si registrano posizioni divergenti tra i leghisti, mentre Matteo Salvini non ha espresso la sua opinione e ha deciso di convocare nuovamente il federale a fine mese.
Dopo le premesse del capodelegazione a Strasburgo Marco Campomenosi e del capogruppo a Marco Zanni, che hanno illustrato la situazione, è intervenuto Lorenzo Fontana.
Il presidente della Camera, che è ancora responsabile Esteri del partito, ‘mente’ e mano della svolta sovranista di Matteo Salvini (avviata a partire dal 2013), si sarebbe detto a favore del mantenimento dello status quo. Fontana – viene riferito da chi ha partecipato alla riunione – come riporta l’Agi, avrebbe sostenuto che è in corso un movimento “verso destra” dell’elettorato europeo e che alla Lega converebbe restare nel gruppo Identità e democrazia, dove siedono, tra gli altri, gli storici alleati del Rassemblement national di Marine Le Pen.
Ma la posizione non è condivisa da tutti. “Non possiamo pensare di essere un partito di governo in Italia essendo alleati degli estremisti tedeschi in Europa”, è l’obiezione prevalente sollevata da coloro che non condividono la proposta di Fontana. Il riferimento è al partito di estrema destra tedesco, Alternative fur Deutschland, che siede in Id con i leghisti.
“Prima siete voluti entrare nel governo Draghi, poi, con la vittoria del centrodestra, ci siamo confermati partito di governo. Lo sbocco naturale è quello di cercare di entrare in maggioranza anche a Strasburgo, avvicinandoci ai Popolari europei”, avrebbe obiettato il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari.
Dello stesso avviso di Molinari – viene riferito – i ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, molti coordinatori regionali e il governatore lombardo Attilio Fontana (assente il veneto Luca Zaia). Mentre si sono mostrati più vicini alle posizioni di Fontana il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e l’eurodeputata Annalisa Tardino.
Con il movimento di avvicinamento di Fratelli di Italia al Ppe, il tema è dirimente in vista delle prossime europee. La Lega, che elesse 29 eurodeputati con il boom delle europee del 2019, ma fu marginalizzata per l’adesione al gruppo euroscettico, potrebbe rischiare un nuovo isolamento se i Conservatori, guidati da Giorgia Meloni e dal Pis polacco, si alleassero con i Popolari (cui aderisce Forza Italia) in vista del voto del 2024.
Da verificare però se i vertici dei Popolari sarebbero disposti a fare un’alleanza coi leghisti in Europa. Fino a ora i segnali arrivati dal Ppe sono sempre stati negativi.
Altre fonti riferiscono che non ci sono state prese di posizione definitive tra i dirigenti leghisti. Si sono illustrate le variabili e prese in considerazione le conseguenze di determinate scelte. Anche l’intervento di Fontana viene definito abbastanza interlocutorio. Il presidente si sarebbe limitato ad osservare come potrebbe risultare difficile spiegare all’elettorato un cambiamento di linea in Europa. Ma le perplessità di Fontana rispetto all’attuale composizione del gruppo Id, nella Lega, sono note da anni.
A favore di un eventuale ingresso nel Ppe si sarebbero espressi invece in particolar modo Molinari e il vice segretario Andrea Crippa. Calderoli avrebbe chiesto di rinviare la decisione a dopo il voto. Mentre Giorgetti avrebbe insistito in particolar modo sul fatto che è necessario smarcarsi da alcuni partiti, come AfD.
(da La Repubblica)
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