IL COMMISSARIO ARCURI ALLA GUERRA COMMERCIALE SU MASCHERINE E VENTILATORI, CON PECHINO NOSTRA ALLEATA
LA SPASMODICA RICERCA DI MASCHERINE E VENTILATORI POLMONARI… DOMANI SECONDO AEREO DA SHANGHAI CON 10 TONNELLATE DI MATERIALI
In arrivo da Shanghai un volo con dieci tonnellate di materiale sanitario. Ne dà annuncio Luigi Di Maio. E’ la seconda volta che il ministro degli Esteri annuncia l’arrivo di un aereo cinese carico di derrate per affrontare il coronavirus.
Nello specifico verranno scaricati 30 ventilatori polmonari, 400.000 mascherine, 60.000 kit diagnostici, farmaci, 5.500 tute protettive, 6.700 occhiali protettivi.
C’è un filo che lega le relazioni speciali che l’Italia ha intessuto con il paese della Grande muraglia nei mesi scorsi e la linea diretta che Roma ha istituito con Pechino nelle ultime settimane. E’ un livello di lettura. Ma ce n’è un altro.
“Quella che stiamo combattendo è una vera e propria guerra commerciale”, spiega una fonte di governo.
La nomina di Domenico Arcuri commissario straordinario, aggiunge, serve proprio per combatterla, anche grazie alla sua fitta rete di relazioni industriali internazionale.
E’ la battaglia per assicurarsi materiale sanitario, ventilatori polmonari, tute mediche. Fonti del ministero della Salute spiegano così una scelta altrimenti incomprensibile. Perchè l’ex amministratore delegato di Invitalia ha nella sostanza gli stessi poteri dell’omologo già designato all’inizio della crisi, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, sul cui operato il giudizio all’interno della maggioranza non è comunque unanime.
“Sono i poteri per poter operare con le deroghe dell’emergenza”, spiegano. Ma mentre Borrelli è impegnato a coordinare il fronte interno, e ha una rete capillare di controllo del territorio, Arcuri ricoprirà l’arduo incarico di mettere a sistema tra le Regioni la suddivisione di strutture e materiali. Ma, soprattutto, avrà in capo gli oneri dell’approvvigionamento.
“Non è semplice — spiega chi lavora giorno e notte al tema — perchè in una fase come questa le risorse sono limitate, e tutti le vogliono tenere per sè”.
Non trova conferma la notizia che dalla Germania e dalla Francia si sia provata a sospendere la consegna di commesse già pagate, ma il suo circolare con insistenza in ambienti di governo dà conto della preoccupazione di queste ore.
C’è la pressione dei governatori, dopo la denuncia della Lombardia di aver ricevuto mascherine “come carta igienica”. C’è quella di operai, farmacisti, dipendenti dei supermercati, ai quali oggi si sono aggiunte le proteste di alcuni rappresentanti dei lavoratori di Poste italiane, dopo la morte di due dipendenti.
C’è la Federazione dei lavoratori pubblici, che tramite il segretario Marco Carlomagno ha chiesto la chiusura di tutti gli uffici pubblici. Ma soprattutto c’è un contagio che non si ferma, che ha visto arrivare alla quasi totale saturazione del sistema lombardo, l’esaurimento dei posti di terapia intensiva a Bergamo, e che impone il reperimento veloce di macchine e materiali.
Un parlamentare molto vicino a Di Maio la mette giù così: “Luigi parla con tutti, poi c’è chi fa tweet e c’è chi dà una mano concreta”.
Il riferimento a Donald Trump e ai rifornimenti che arrivano dalla Cina è evidente. Un tassello di una guerra commerciale combattuta senza esclusione di colpi. Dalla Farnesina assicurano che non c’è nessun calcolo geopolitico, nessuna scelta di partner privilegiati, solo la ricerca spasmodica di strumentazioni che possano servire a salvare più vite possibili.
Non occorre molta malizia per leggere con le lenti dell’interesse a lungo termine le mosse cinesi.
Il materiale, in parte donato e in parte ceduto, serve a stringere una rete relazionale solida, le cui basi sono state fissate con la sigla del memorandum sulla via della Seta. Tutto torna utile oggi, dall’interno del tunnel Covid, per cercare di vedere la luce lì in fondo. I conti si faranno in seguito.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply