IL DELIRIO: TOLTO IL REDDITO DI CITTADINANZA A CHI NE HA DIRITTO, NIENTE CORSI E SOSTEGNI PER GLI ALTRI
GUERRA AGLI ULTIMI: I COMUNI NON SONO IN GRADO DI CERTIFICARE CHI PUO’ AVERE LA PROROGA, I DATI ARRIVANO CON UN RITARDO DI DUE MESI
Decine di migliaia di famiglie, pur mantenendo il diritto al Reddito di cittadinanza, rischiano di restare mesi senza sussidi. I Comuni lamentano ritardi, le Regioni mostrano che ancora non esiste nulla per far partire, tra solo un mese, il Supporto per la formazione e il lavoro, sostegno da 350 euro destinato alle persone alle quali è stato tolto il Rdc. Insomma, ora che è il momento di passare all’atto pratico, stanno venendo a galla tutte le falle dell’operazione con cui il governo Meloni ha portato avanti un cavallo di battaglia elettorale, la cancellazione della misura anti-povertà.
La scorsa settimana sono partiti circa 160mila sms ad altrettante famiglie alle quali è stato detto che il Reddito di cittadinanza è sospeso “in attesa di eventuale presa in carico dai servizi sociali”. Una comunicazione talmente confusionaria che ha scatenato un assalto agli uffici comunali, con problemi di ordine pubblico per cui sono state allertate le prefetture. In realtà, questa zattera – la proroga del Reddito fino al 31 dicembre – sarà concessa solo a una parte di queste famiglie: al momento quelle “salvate” sono 88mila, infatti la platea iniziale dei nuclei che andavano a scadenza era di circa 250mila.
Ora però non è chiaro quante potranno essere ripescate tra le 160mila che hanno ricevuto il messaggio e le altre 80mila che lo riceveranno da qui a dicembre. Risultato: molte di loro, malgrado versino in condizioni molto disagiate e tali da consentire il mantenimento dell’aiuto statale, rimarranno scoperte per mesi.
Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha segnalato un problema nella piattaforma con cui comunicano Comuni, Inps e ministero del Lavoro: contiene i dati dei beneficiari del sussidio, ma le informazioni arrivano solo dopo due mesi. Resta tra l’altro il problema di fondo, quello per cui gli uffici comunali dei servizi sociali sono sguarniti, alcune Regioni hanno speso solo il 5% dei fondi ottenuti negli ultimi anni per potenziarli, quindi il processo viene rallentato già dal punto di partenza.
Questo per quanto riguarda chi ha diritto alla proroga del Rdc in senso stretto, mentre gli altri dovranno aspettare che venga attivato il Supporto per la Formazione e il Lavoro, un assegno mensile da 350 euro per la frequenza di corsi di formazione per massimo 12 mesi. E anche qui è il caos. Le richieste dovranno essere presentate su una piattaforma chiamata Siisl, che oggi non esiste ma dovrà essere pronta per il 1° settembre. Ieri le Regioni hanno incontrato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, e hanno lamentato di non essere ancora stati “informati sulle caratteristiche e la funzionalità” della piattaforma Siisl, chiedendo una modalità transitoria.
Anche quando questa sarà operativa, non è chiaro comunque come funzionerà il sussidio. A una lettura testuale della norma si potrà ottenere solo durante la frequentazione effettiva dei corsi, ma anche qui sorgono vari problemi. Intanto il governo non ha previsto alcun potenziamento della formazione, quindi gli unici corsi disponibili saranno quelli già previsti oggi dall’offerta formativa delle Regioni. Questi non durano mai 12 mesi e soprattutto difficilmente potranno allinearsi. Esempio: un beneficiario può fare domanda del supporto a settembre, ma il corso a cui è interessato potrebbe partire mesi dopo. Quando potrà iniziare a ricevere i 350 euro? Basterà aver dato la disponibilità? Bisognerà almeno aver prenotato un corso o firmato il patto di servizio? Nodi che andrebbero sciolti subito.
Non è finita qui. Come segnalato ieri da Repubblica, è venuta fuori un’altra questione: i nuclei che perdono il Reddito di cittadinanza saranno costretti anche a rifare la domanda per l’assegno unico per i figli. Questo perché questa misura copre i figli fino a 21 anni, mentre il Reddito di cittadinanza può essere mantenuto solo da chi ha figli minori: dato che finora è stato erogato automaticamente, venendo meno l’accredito del sussidio, bisognerà fare una richiesta per mantenere almeno l’assegno unico.
Ieri intanto il comitato “Ci vuole un Reddito” – la campagna promossa da Nonna Roma e altre centinaia di realtà sociali italiane, partita la scorsa primavera in protesta contro l’abolizione del Rdc – ha manifestato sotto la sede dell’Inps di Roma, in attesa di tenere la prossima assemblea il 23 settembre.
(da agenzie)
Leave a Reply