I CAMPI ESTIVI IN STILE “SPARTA” DEI BABY PATRIOTI SOVRANISTI
SUL LAGO DI GARDA SI MISURA LA TEMPRA “DELLA GIOVENTU’ NAZIONALE” DI FDI… MA A DIFENDERE IN PRIMA LINEA L’UCRAINA C’E ANDATO QUALCUNO DI QUESTI PRESUNTI GUERRIERI?
Dicono di ispirarsi all’educazione dei giovani Spartani e infatti li hanno chiamati agoghé, dal sistema di educazione e di allenamento a cui, nell’antica Grecia, nel celebre capoluogo della Laconia, era sottoposto ogni cittadino appena compiuto il settimo anno di età.
Disciplina, obbedienza, lealtà di gruppo, esercizi e prove di forza. A Sparta l’obiettivo dell’agoghè era tirare su maschi fisicamente e moralmente robusti, pronti per entrare nell’esercito, e fa niente se inizialmente quel termine (in greco antico: ἀγωγή) si usava più che altro per indicare l’allevamento del bestiame (per dire: i formatori erano chiamati “mandriani di ragazzi”). I campi estivi dei giovani militanti di Gioventù Nazionale-Azione Studentesca dovrebbero essere, nelle intenzioni dei promotori, una nuova agoghé. Eppure, per alcuni aspetti, sembrano ricordare campi estivi di epoche più recenti rispetto a Sparta: quelli della gioventù fascista.
L’ultima agoghè – sesta edizione, titolo: “il coraggio di una scelta” – si è svolta il 21, 22 e 23 luglio sul lago di Garda. In quella che è considerata a tutti gli effetti la sessione estiva della palestra della futura classe dirigente di FdI, centinaia di giovani militanti si sono ritrovati per una tre giorni all’insegna del “valore del Coraggio” e di “una scelta al servizio dell’Idea”.
Scritte rigorosamente in maiuscolo, come prevede il codice stilistico-narrativo anche dei movimenti di estrema destra. Non è difficile disambiguare. I racconti dei baby-patrioti, dentro e fuori i social, rendono bene l’idea e disvelano la matrice. “Qui ci si allena duro, mica come quegli smidollati di sinistra che si fanno le canne e suonano i tamburi africani”. Luca, 17 anni, di Treviso. Istituto tecnico ma non importa perché il futuro è già in casa, nell’azienda di famiglia. “I valori? Me li ha insegnati mio padre: Dio, patria e famiglia…”. Luca aveva iniziato con la boxe, poi ha mollato e però, coi bicipiti che si ritrova, nelle gare di tiro alla fune – un vecchio classico, appunto, dell’antica Grecia – sul Garda la sua forza fisica è risultata decisiva.
Il 21 luglio, giornata di apertura, era tra le prime file di ragazzi sotto il tendone: tutti in maglietta verde, i tricolori alle pareti, le bandiere di Azione studentesca, fuori, uno striscione con scritto “la nostra Patria: una Nazione sovrana e libera”.
A tirare le conclusione di settantadue ore di “incontri di formazione, allenamento, stand e spirito comunitario” saranno il deputato FdI Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, e Riccardo Ponzio, presidente di Azione Studentesca. Ma è il prima che è utile per capire. Il kulturkampf meloniano inizia con la benedizione di un manipolo di esponenti nazionali e locali di FdI: c’è anche il deputato Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia della Camera, assurto alle cronache per 104 multe accumulate in 19 mesi quando era presidente del consiglio comunale di Verona e saldate al Comune solo dopo le proteste di alcuni colleghi.
Se è vero, come è vero, che il motto del campo militante è “il coraggio di una scelta in un mondo che si è arreso”, è evidente che a indottrinare la “Comunità in cammino” – come si definiscono i fratellini d’Italia – sono state invitate prime file del partito con profili fortemente identitari. Il 22 luglio in programma ecco Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministro dell’Istruzione, storica rappresentante della destra milanese. Il 25 aprile 2017, al Campo 10 del cimitero Maggiore di Milano, insieme ad altri camerati violò il divieto di questore e prefetto di omaggiare i caduti della Rsi, e già che era lì, insieme ad altri neofascisti, non badò troppo all’etichetta e si scontro verbalmente con gli antifascisti dell’Anpi (“ma vai affanc…”). Altro big: Federico Mollicone, negazionista della matrice nera della strage di Bologna. Recentemente ha presentato un’interpellanza al ministro dell’Interno Piantedosi e alla premier Meloni per ricicciare la fantomatica e inesistente pista palestinese. Sia Frassinetti che Mollicone sono stati ospiti nel panel “Il coraggio di costruire la scuola del domani”: con loro, anche l’assessora regionale veneta all’Istruzione, Elena Donazzan, collezionista di gaffe che cantò Faccetta nera in radio, più volte protagonista di uscite revisioniste e picconatrice del 25 aprile (“l’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso”).
Chi partecipa al campo si schiera davanti al capo che regge in mano la bandiera di Azione studentesca; dopo il rompete le righe si parla di cancel culture, di “mens sana in corpore sano”, di “coraggio in terra ostile” (l’ormai classico e paradossale atteggiamento underdog della destra di potere), di “coraggio contro il pensiero unico”.
Relatore è l’editore Marco Scatarzi, di Passaggio al Bosco. Casa editrice di riferimento dei giovani camerati che pubblica testi apologetici del fascismo, inneggianti al nazionalismo e alla difesa della razza bianca. Scatarzi è anche animatore del centro sociale di estrema destra fiorentino Casaggì: la sede, per anni, è stata in condivisione con Azione studentesca e FdI.
Sul Garda i ragazzi il 23 luglio si congedano salutandosi con le strette gladiatorie. Per raccontare l’ultima agoghè, sui social, scelgono le parole del saggista e editore francese Francois Bousquet (stretto collaboratore di Alain de Benoist). Sono una citazione del libro “Coraggio! Manuale di guerriglia culturale” (ovviamente pubblicato da Passaggio al Bosco). “C’è una leva, dentro di noi, che potrebbe sollevare il mondo: è il coraggio, è la puleggia che ci mette in moto, l’arco che ci spinge, gli stivali delle sette leghe che ci fanno camminare a passi da gigante”. Benito Mussolini, che una giovane Meloni definì il miglior politico degli ultimi 50 anni, del coraggio disse “bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle”.
Capi e capetti avvisano che il campo è finito, ma “l’appuntamento è già fissato – da settembre – in tutte le scuole d’Italia, nella consapevolezza di avere tracciato una rotta identitaria con riferimenti profondi e parole d’ordine chiare”. Nuovi spartani crescono. Anzi no, non è Sparta.
(da La Repubblica)
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