IL GABBIANO JONATHAN DA CUNEO A LOANO PER SALUTARE L’AMICO BAGNINO
C’E’ CHI ANCORA RIESCE A REGALARCI UNA FAVOLA
Da Cuneo a Loano, dalle montagne al mare, sbattendo le ali con una fatica infinita, seguendo per sei ore una invisibile traccia nel cielo.
Invisibile agli umani, perchè il gabbiano Jonathan quella traccia la vedeva eccome. E l’ha riportato diritto a casa, dal suo amico bagnino. Come in una favola.
La storia di Jonathan e Valerio inizia un anno fa, di questi tempi .
Il bagnino accoglie in casa propria un cucciolo di gabbiano, lo alleva come un papà amorevole, fino a diventare il suo amico “per le piume” e lo porta con sè sul trespolo della spiaggia dove lavora.
Trascorrono l’estate insieme ai bagni “Istituto San Giuseppe – Suore d’Ivrea”. Insieme in mare, insieme sul trespolo, insieme in ogni momento della giornata.
Poi arriva l’inverno, Valerio Tovano, cinquant’anni, decide di accogliere sul terrazzo di casa il giovane gabbiano.
Jonathan durante il giorno vola tra i suoi simili ma alla sera torna sempre a casa. Di recente, però, Valerio decide di trasferire Jonathan al centro di recupero per animali selvatici di Bernezzo, in provincia di Cuneo.
Per questioni di sicurezza, perchè non a tutti va bene che un gabbiano viva a così stretto contatto con gli esseri umani.
«Quest’inverno — racconta Valerio — Jonathan ha avuto una disavventura: è stato avvelenato. Per fortuna lo abbiamo soccorso in tempo. È stato in convalescenza per tre giorni. Lo tenevo nella cesta in cui è cresciuto. Dormivo accanto a lui sul divano. Il quarto giorno ha dato segni di miglioramento, ma non si è mai ripreso del tutto. Non si muoveva bene e il volo non era regolare come prima. L’ho riportato in spiaggia. È volato via. Non si è fatto vedere per otto giorni e ho pensato fosse andato a morire da qualche parte. Ma poi è tornato a cercarmi. Credo che quello che gli è successo ci abbia unito ancora di più».
Nonostante il legame, però, Valerio ha deciso di trasferire l’animale nel centro di accoglienza per animali: qui gli specialisti si sarebbero presi cura di lui e sarebbe stato al sicuro da altre brutte avventure.
«Al centro — racconta Valerio — i responsabili gli hanno accorciato le piume per impedirgli di volare, dato che la struttura non dispone di voliere nè di gabbie. In teoria, quindi, Jonathan non era in grado di scappare dal centro».
E invece ecco la sorpresa: dopo qualche giorno di separazione, Valerio si è ritrovato Jonathan davanti casa.
Alle dieci e mezza del mattino il gabbiano è scappato dal centro e alle quattro e mezza del pomeriggio era di nuovo in Riviera.
«Non potevo crederci — confessa Valerio — La sola frase che mi è uscita è stata: “Tu che ci fai qui?”.
Nemmeno il responsabile del centro ci credeva». Passata la sorpresa, Valerio ha riportato il suo amico alato in Piemonte: «L’ho portato via per la sua e la mia sicurezza — spiega — Ora sta bene. Per un po’ non potrà volare affatto, dato che gli hanno accorciato ulteriormente le piume, ma almeno avrà la possibilità di socializzare con i suoi simili. Entro novembre dovrebbe aver completato la muta e allora potrà spiccare di nuovo il volo. Spero potrà trovare una compagna e formare una famiglia». E Valerio?
«A fine stagione andrò a trovarlo senza farmi vedere. Mi manca molto, ma per il suo bene è giusto così. Ora potrà davvero volare libero, perchè lui è uno spirito libero. Fare il bagno e giocare insieme è stato fantastico. Io lo ricorderò per sempre».
Luca Berto
(da “il Secolo XIX“)
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