IL GOVERNO NON SOSTIENE LA MATERNITA’ E POI HA IL CORAGGIO DI PARLARE DI ABORTO
CI VOGLIONO RISORSE, NON CHIACCHIERE IDEOLOGICHE: MELONI CACCI 2.000 EURO AL MESE FINO A 18 ANNI E VEDRA’ CHE GLI ABORTI SI DIMEZZERANNO (FACCIA PAGARE LE TASSE AGLI EVASORI)
A Roma tornano gli Stati generali della natalità, a cui partecipano anche diversi membri del governo e dove è protagonista la retorica tutta meloniana sul valore della genitorialità e in particolare della maternità. Ma è davvero la “narrazione” il motivo per cui si fanno pochi figli in Italia?
Se così fosse, non si spiegherebbero questi dati: secondo l’Istat, il 45,4% delle donne in età compresa tra i 18 e i 49 anni non ha figli, ma soltanto il 17,4% di loro non ha intenzione di averne perché non rientrano nei propri progetti di vita. Il restante 27% delle donne non va convinto con una storiella accattivante sulla necessità di mettere al mondo un figlio, perché lo vuole già ma evidentemente non lo può avere.
Se ci fossero condizioni di vita migliori, se gli stipendi fossero più alti, se i contratti fossero a tempo indeterminato, se esistesse una rete di welfare efficiente, se i fondi per gli asili nido non fossero stati ridimensionati, gli italiani farebbero tutti i figli che desiderano (cioè tanti, secondo l’Istat).
E li farebbero come coppie e come famiglie, senza scaricare la responsabilità della denatalità sulle sole donne.
Ogni volta che questo governo mette bocca sull’autonomia delle loro scelte, sembra pensare che le donne possano essere semplicemente convinte a rivedere le priorità della loro vita. Se non vuoi figli, una fiction Rai ti può far cambiare idea mostrandoti quanto è cool la maternità.
Se vuoi interrompere una gravidanza, devi prima passare da una serie di figure autorizzare dal governo che ti fanno terrorismo psicologico su ciò che ti stai perdendo.
E allora via, con le tavole rotonde, i convegni, i regolamenti, addirittura gli “Stati generali” per capire come organizzare al meglio questa opera di convincimento.
Ma quel 17,4% di donne non cambierà idea sulla maternità perché glielo suggerisce lo Stato o un panel di giornalisti. Pensare di poter modificare le scelte riproduttive delle donne agendo sulla narrazione, in altre parole sulla propaganda, forse è attuabile in regimi illiberali come quello ungherese. Un Paese democratico, invece, farebbe di tutto per far sì che le persone che già hanno progetti di genitorialità possano realizzarli davvero.
(da Fanpage)
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