“È UN RAGAZZETTO SACCENTE CHE VUOLE SOLO VISIBILITÀ. SI COMPRA COME UNA CARTA UNTA” : GIOVANNI TOTI ERA FURIOSO CON ANDREA LA MATTINA, AVVOCATO DELLO STUDIO BONELLI-EREDE, CHE NON VOLEVA FIRMARE LA CONCESSIONE TRENTENNALE DEL TERMINAL RINFUSE PER ALDO SPINELLI
“SI COMPRA CON TRE FAVORI PIDOCCHIOSI” (LA MATTINA FARÀ DIETROFRONT DANDO L’OK ALLA CONCESSIONE)… IL NO ARRIVA DA RINO CANAVESE: “LA DELIBERA È FASULLA. HO AVUTO PRESSIONI MA NON MI SENTO DI VOTARLA”… IL GIORNALISTA GIORGIO CAROZZI, INIZIALMENTE CONTRARIO, DICEVA AL TELEFONO: “HAN PRESO IN TANTI LA STECCA CHE FACEVANO DI TUTTO PER FARLA PASSARE, E’ UNA DELIBERA TRUFFA”. MA POI CAROZZI DISSE SI’
“Il membro del comitato portuale non vuole firmare la concessione a Spinelli? È un ragazzetto saccente che vuole solo visibilità. È uno che si compra come carta unta». È il 13 ottobre del 2021 e per Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è un momento di tensione e fatica. Da una parte ci sono i contributi di Spinelli che riempiono il portafoglio del suo comitato elettorale, ma dall’altra c’è l’assoluta necessità di accontentare l’amico imprenditore. Che non transige e vuole la concessione trentennale del terminal Rinfuse.
La parola decisiva spetta ai tre saggi del comitato portuale che dovranno pronunciarsi proprio la mattina successiva ma Andrea La Mattina, avvocato dello studio Erede Bonelli che nel board rappresenta la Regione Liguria, non ne vuole sapere di firmare l’ok alla concessione. Toti è agitato. Convoca proprio La Mattina per un pranzo. Sceglie il ristorante Santa Teresa di via Porta Soprana, si fa accompagnare dal suo fidato Pietro Paolo Giampellegrini.
Del contenuto dell’incontro i militari del nucleo di polizia economica e finanziaria della guardia di finanza vengono a conoscenza grazie alla telefonata che Toti ha con il presidente del porto Paolo Emilio Signorini. Lo definisce un ragazzino «saccente», lo deride dandogli del «professore». In realtà lo scopo è convincere il presidente dell’Autorithy ad incontrare proprio La Mattina «per dargli un po’ di “considerazione».
«Sperava di entrare in autorità portuale e di avere un mimino di visibilità», insiste Toti con Signorini. Uno che si può comprare con «tre favori pidocchiosi». Toti è particolarmente nervoso. Accusa il presidente Signorini di «dare scarsa visibilità alla Regione». «Ci avete invitato i ministri – attacca il governatore – e non ci avete neanche invitato, del porto non caga nessuno».
E ancora. «Ho chiesto una cagata per conto dei miei. Non so se Benveduti (Andrea, ex assessore allo sviluppo economica ora in Ansaldo) e Rixi (Edoardo, viceministro al trasporti ndr) su una associazione di pescatori…Piacenza (Paolo, direttore generale Autorità Portuale ndr) non mi ha mai risposto. Micragnose piccolezze». Signorini è in balia di Toti, quasi si scusa. E promette lunedì di «prenderci un caffè».
Toti rincara la dose, lo incita ad assecondare ogni sua possibile richiesta proprio per ammorbidire la posizione del membro del comitato che si è maggiormente imputato: «Se c’è tre piaceri pidocchiosi da fare su tre gozzi da spostare da qualche banchina di Pra’ per Edoardo Rixi dagli un interlocutore che glielo faccia fare…uno che non faccia figure di merda». L’incontro ci sarà e La Mattina rivedrà la sua posizione dando l’ok alla concessione trentennale per Spinelli.
A dire sì sono l’avvocato e Giorgio Carozzi (ex giornalista de Il Secolo XIX) che nel board rappresenta il Comune. Il no arriva da Rino Canavese che è il referente per Savona e che la mattina dopo parla duramente proprio con la Mattina. «Sono molto preoccupato per quella delibera – dice- non ci sta, è fasulla. Anche io ho avuto pressioni ma non mi sento di votarla». Definisce la documentazione presentata da Spinelli: «Una presa per il culo». «Sono piani industriali – spiega – che non stanno né in cielo né in terra perché sono fasull», attacca. Anche Carozzi è scettico prima del voto.
«Ma è totalmente chiara questa porcata -dice a La Mattina – che solo Piacenza ci poteva cadere come un… E Toti perché poi non so per quali motivi non mi interessa neppure saperlo». Al telefono Carozzi rincara la dose parlando con un giornalista: «han preso talmente in tanti la stecca che facevano di tutto per farla passare, che è una cosa allucinante da ogni punto di vista…». Carozzi la definisce «una delibera truffa». E aggiunge: «Signorini ha spinto fino all’ultimo, lo ha fatto però su indicazione di Toti».
E ancora: afferma che l’entourage dell’Autorithy era composto da «pazzi, venduti, corrotti, incapaci» e rimarca il concetto con un «c’è… tutto e di più». I tre sembrano così contrari alla decisione favorevole Spinelli che Signorini in una call li prende in giro per le loro posizioni. Li definisce: «I tre dell’Ave Maria». Ma la pratica voluta dal governatore va avanti. E nel frattempo La Mattina dopo l’incontro con Toti e Signorini in un certo senso si ammorbidisce, cambia parere rispetto alla fase iniziale quando non ne voleva sapere di cedere a Spinelli la concessione trentennale.
Precisa di non aver avuto pressioni particolari e di aver meglio compreso il contesto di quel pronunciamento proprio dopo un incontro con il Governatore. «Ma guarda io non ho ricevuto pressioni particolari – ammette – semplicemente mi è stato meglio spiegato il contesto e il senso di certe cose». Alla fine la concessione finirà allo società riconducibile ad Aldo Spinelli e in cui Msc di Gianluigi Aponte ha il 45 per cento delle quote. Votano tutti a favore il comitato portuale (compresi proprio Carozzi e La Mattina) ma non Rino Canavese che, invece, resta sulle sue posizioni iniziali.
(da Il Secolo XIX”)
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