IL MACCHINISTA ATAC TORNA AL LAVORO, NATALYA ABBANDONATA DALLO STATO: “DANNI E DOLORI, NESSUNO MI HA CHIESTO SCUSA”
LA VITTIMA DELLA METRO ROMANA DENUNCIA L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI E CHIEDE GIUSTIZIA
Natalya Gargovich è condannata alla sedia a rotelle, può nutrirsi solo di liquidi e frullati a causa della caduta dei denti.
A luglio 2017, la 43enne bielorussa venne trascinata per diversi metri dal treno della metropolitana di Roma.
“Ho dolori atroci e insopportabili. Nessuno mi ha chiesto scusa nè dall’azienda nè dal macchinista o dal Comune”, ha dichiarato a Il Messagero. Macchinista che è stato reintegrato al lavoro da Atac, l’azienda del trasporto romano.
“Nessuno mi ha chiesto scusa. Neanche una telefonata nè dall’azienda nè dal macchinista o dal Comune. Non ho visto mai nessuno e nessuno si è interessato. Mia sorella ed io non vogliamo nemmeno pensare a che cosa sarebbe accaduto su quella banchina a Termini se ci fosse stato un bambino: sarebbe morto dieci volte stritolato dal treno. Noi ci chiediamo ancora come ho fatto a sopravvivere.”
L’unica persona che al momento può prendersi cura di lei è la sorella più piccola, Olga. Presto verrà dimessa dal centro di riabilitazione a Nord di Roma in cui si trova, ma la sua “preoccupazione più grande è il non avere un posto dove andare.
Una persona il cui unico obiettivo è sopravvivere al dolore. Ho il bacino completamente distrutto da undici fratture. mi fa male tutto, dolori atroci e insopportabili. Non so se e quando tornerò mai a camminare e a lavorare. La mia vita è rovinata fisicamente e psicologicamente”
Natalya ha chiesto più volte, e a gran voce, giustizia, ma la sua richiesta non è stata accolta e la riassunzione del macchinista è stato per lei un duro colpo.
In una nota dell’Atac si legge:
La decisione del reintegro è stata adottata da Atac in seguito agli esiti dell’indagine interna. Gli accertamenti hanno evidenziato alcune responsabilità a carico del dipendente, senza però far emergere elementi soggettivi di responsabilità tali da prefigurare l’interruzione del rapporto di lavoro. A seguito dell’incidente al macchinista è stato sospeso il certificato di abilitazione alla condotta e non può quindi condurre treni nel servizio di linea fino ad eventuale nuovo accertamento d’idoneità . L’azienda valuterà eventuali ulteriori provvedimenti in funzione delle conclusioni dell’inchiesta aperta dalla magistratura.”
Un’altra pagina della vergogna.
(da “Huffingtonpost”)
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