IL MINISTRO DEGLI ESTERI UCRAINO, ANDRII SYBIHA, HA MESSO NERO SU BIANCO LE RICHIESTE DI KIEV SU CUI LA MELONI TENTENNA: INNANZITUTTO, GLI ASSET RUSSI. IL PROGRAMMA DI PRESTITI SAFE, CHE PREVEDE 15 MILIARDI PER L’ITALIA E, SOPRATTUTTO, IL PURL: “ORA ROMA CI SOSTENGA CON ARMI A LUNGO RAGGIO SÌ AI DRONI CON LEONARDO”
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Il ministro degli Affari esteri ucraino lo chiama «pacchetto deterrenza». Contiene, tra
le altre cose, l’idea di fabbricare droni insieme, Ucraina e Italia, al limite delocalizzando sul nostro territorio.
«È tra gli argomenti di cui Zelensky ha discusso con Meloni», spiega Andriy Sybiha, capo della diplomazia di Kiev, venuto a Roma insieme col presidente.
In cosa consiste, esattamente?
«Misure per rafforzare l’esercito ucraino e renderci più autosufficienti, aumentando anche la nostra produzione di droni. Al momento produciamo il 40% del fabbisogno, l’obiettivo è arrivare al 50% nel futuro prossimo».
Sui droni state discutendo di una collaborazione con Leonardo?
«Sì, siamo pronti a coprodurre, condividendo esperienza e tecnologie con l’Italia»
Cosa può fare l’Italia per aiutarvi a raggiungere un accordo di pace?
«Sostenere le garanzie di sicurezza, soprattutto l’idea della vostra premier di sviluppare un meccanismo di protezione che parta dall’articolo 5 della Nato. Ma deve essere legalmente vincolante».
Qual è la soluzione che proponete per le garanzie?
«Presenza militare degli alleati europei con il supporto organizzativo degli Stati Uniti e adesione all’Ue. È ciò che chiede almeno il 65% della nostra gente, abbiamo bisogno di chiarezza dai nostri partner».
State chiedendo altri aiuti militari all’Italia?
«Prima di tutto, voglio ringraziare ogni famiglia italiana per il sostegno dato dall’inizio della guerra. Sugli aiuti abbiamo quattro priorità. La prima sono i sistemi di difesa aerea, Samp-T e Patriot. La Russia usa la migrazione come arma: con ogni attacco massiccio cerca di spingere la nostra gente a lasciare il Paese, per minare morale ed economia. Quanto migliore sarà la nostra difesa aerea, tanto più forti saranno entrambi».
La seconda?
«Capacità a lungo raggio»
L’Italia può davvero fornirla?
«Sì».
E cosa?
«Sono argomenti sensibili. Posso però dire che avete il potenziale e che fornircelo contribuirà anche alla vostra sicurezza. La Russia deve sperimentare le conseguenze della guerra sul proprio territorio: se loro attaccano le nostre
infrastrutture energetiche, noi attacchiamo loro».
Le altre priorità?
«Il pacchetto deterrenza».
State chiedendo a Meloni di inviare truppe italiane come garanzia?
«Vogliamo capire quale contributo ogni Paese possa fornire nel sistema di garanzie […]. In ogni caso avremo bisogno di truppe sul terreno e in tal senso e abbiamo già avuto conferme della disponibilità di diversi Paesi».
Non dell’Italia, però.
«Ogni Paese ha il suo potenziale».
Ci sono partiti come la Lega che non intendono mandarvi altri aiuti militari.
«Sì, lo sappiamo, stiamo seguendo da vicino. Ovviamente, ogni politico ha una base di elettori a cui deve rispondere. Il nostro interesse è di chiudere questa guerra, fermare l’aggressione russa e creare una nuova architettura di sicurezza in Europa».
(da agenzie)
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