IL MODELLO LOMBARDIA CHE NON VACCINA I MEDICI FISCALI (E LA MORATTI NON RISPONDE)
PER CHI CERCA COSA NON STA FUNZIONANDO CITOFONI AI LEGHISTI LUMBARD
In Lombardia ci sono i medici di serie A e quelli di serie B: quelli a cui il vaccino è stato già somministrato, e quelli che invece non sono ancora in lista.
Stiamo parlando dei medici fiscali, che -tra l’altro- sono fra quelli che operano con maggior rischi, perchè a domicilio e in presìdi non sanitari.
Insomma, il modello lombardo sembra che abbia ancora qualche sassolino nell’ingranaggio, dato che viene sempre portato sul palmo di mano dalla Lega di Matteo Salvini, e dagli amministratori del Pirellone, il governatore Attilio Fontana e la sua vice Letizia Moratti, ma che spesso si scontra con la realtà .
Come non citare poi Guido Bertolaso, chiamato per il piano vaccinale lombardo, che ha già avuto il primo stop da Roma.
Insomma, per i medici fiscale niente vaccino, almeno per un po’. Come anche niente mascherine e Dpi, che in quanto liberi professionisti devono procurarsi da soli.
Scrive Il Fatto quotidiano:
I medici fiscali, liberi professionisti al servizio dell’Inps, non avranno il vaccino fino a marzo. Nonostante ogni giorno visitino lavoratori in malattia. “È una discriminazione incomprensibile -protesta nell’anonimato uno di loro- ogni mese facciamo circa 140 visite, entrando nelle case di malati, stando a contatto con loro, i familiari, i conviventi. Siamo esposti al rischio. Però il Pirellone si è dimenticato di noi. E intanto si vaccinano gli amministrativi e i loro figli…”.
Nessun medico fiscale milanese è stato vaccinato, a differenza dei loro colleghi in altre regioni. Oltretutto l’Inps, che li paga a visita effettuata, non ha fornito nè mascherine nè camici. “Li dobbiamo cambiare dopo ogni visita, con una spesa di circa 1.000 euro al mese! E poi noi non visitiamo in studio, dove si usano tutte le norme di sicurezza, andiamo noi dai pazienti. A volte troviamo stranieri che vivono in quattro in un monolocale e non possiamo obbligare nessuno a indossare le mascherine”. L’unica arma che resta è rifiutarsi di visitare, “ma così non ci pagano. Ho scritto anche all’assessore Moratti, non ci ha mai risposto nessuno”.
(da agenzie)
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