IL MONITO DI SERGIO MATTARELLA”È EVIDENTE CHE È IN CORSO UN ATTACCO CONTRO L’OCCIDENTE, NON BISOGNA DISTRARSI. LA RUSSIA VUOLE RIDEFINIRE CON LA FORZA I CONFINI DELL’EUROPA”
“INEDITI CENTRI OPACHI DI POTERE DISINFORMANO. CRESCONO I CONFLITTI IBRIDI CONDOTTI CON STRUMENTI OSTILI” … LA STOCCATA DEL CAPO DELLO STATO A TRUMP, CHE HA DEFINITO L’UNIONE EUROPEA “IN DECADENZA”: “C’È UNA DISORDINATA E INGIUSTIFICATA AGGRESSIONE ALLA UE, ALTERANDO LA VERITÀ E PRESENTANDOLA COME UNA ORGANIZZAZIONE OPPRESSIVA SE NON ADDIRITTURA NEMICA DELLA LIBERTÀ” … IL MESSAGGIO È DIRETTO ANCHE A MELONI, CHEERLEADER DI TRUMP, E AL FILO-PUTINIANO SALVINI
“Permane l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, con vittime e immani distruzioni, e con l’aberrante intendimento, malgrado gli sforzi negoziali in atto, di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa.
Azione ritenuta irresponsabile e inammissibile già oltre cinquanta anni addietro nella Conferenza di Helsinki sulla Cooperazione e Sicurezza nel continente”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando alla Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina.
“Desidero anzitutto esprimere l’apprezzamento della Repubblica al nostro Servizio diplomatico, alle donne e agli uomini che, giorno per giorno, assicurano la presenza del nostro Paese in ogni parte del mondo. Alcuni commentatori sostengono che quelli attuali non siano tempi facili e perfino inadatti per la diplomazia e, dunque, per quanti la esercitano per vocazione e professione. Sono in errore. E’ esattamente in tempi difficili che la diplomazia si trova a dispiegare una delle sue caratteristiche più preziose: la ricerca di percorsi per uscirne e di spazi di dialogo. A chi ci si affida, infatti, per tracciare in concreto percorsi di negoziato e alternative possibili, anche nelle condizioni più complesse se non alla funzione diplomatica?
Per altro – e forse proprio per questo – nessuno immagina i diplomatici come sorta di meri portaordini nel contesto internazionale, bensì ci si rivolge a loro come sperimentati professionisti, capaci di elaborare soluzioni e alternative sulla base delle scelte assunte dalle nostre libere istituzioni.
Importanti traguardi, conseguiti dalla comunità internazionale a partire dalla seconda metà del secolo scorso, sono il risultato di un impegno di grande efficacia della cooperazione tra gli Stati, agevolato dalle istituzioni multilaterali, a cominciare dall’ONU, e dalla prassi diplomatica”.
“L’epoca di transizione in cui ci troviamo presenta pericoli che dobbiamo saper tempestivamente riconoscere: a stagliarsi all’orizzonte c’è il rischio di un generale arretramento della civiltà. La legalità internazionale è un bene comune efficace nel contrastarlo Nell’epoca delle “policrisi” è indispensabile una “poli-diplomazia”.
“La diplomazia, per la proiezione esterna dell’Italia, per la sua posizione nell’Europa integrata e nel mondo, e non solo, è decisiva. Lo è perché il nostro Paese ha sempre saputo gestire in modo efficace il soft power di cui è portatore”.
“Il piano economico e commerciale è tutt’altro che esente da tensioni, con la diffusione di politiche e strumenti che puntano a rafforzare artificiosamente il proprio Paese a scapito degli altri.
Sovraccapacità produttive, dumping, dazi, dominio delle catene di approvvigionamento e coercizione economica, solo per citare alcune tra le distorsioni più significative, nuocciono a un mondo pacifico e interdipendente”.
“Paradossalmente, l’evoluzione tecnologica degli armamenti e l’uso dell’intelligenza artificiale espongono a rischi accresciuti. Nei domini più pericolosi, affidare ad algoritmi la decisione sulla
vita e la morte segnerebbe un arretramento drammatico della sicurezza collettiva . Penso che sia molto sottile il crinale tra l’illusione del dominio infallibile delle Intelligenze Artificiali e la prevalenza definitiva della stupidità naturale, che purtroppo, come nel noto aforisma, attribuito ad Albert Einstein, può tendere all’infinito”.
“E’ evidente che è in atto un’operazione, diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori, separando i destini delle diverse nazioni. Non è possibile distrarsi e non sono consentiti errori”.
“La situazione internazionale imprevedibile – e, per qualche aspetto, sorprendente – provoca disorientamento. L’inquietudine del pessimismo che ne deriva non deve indurre a ritenere ineluttabile il processo che vede l’ordine geopolitico che avevamo contribuito a costruire mostrare crepe sempre più estese e profonde, con conflitti che credevamo consegnati per sempre alla storia riacutizzati, lambendo regioni a noi vicine.
Così come l’affacciarsi di nuovi focolai di instabilità in aree dove la fragilità politica e sociale è divenuta ormai strutturale, con l’emergere di paradigmi che vedono prevalere interessi particolari che, sovente, sfidano la legalità internazionale”. “Pericolose attività di disinformazione tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici. Cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere”.
“La tragedia di Gaza, con il suo carico di sofferenza civile e il persistente alto rischio di escalation, continua a esporre il Medio Oriente a nuove lacerazioni: il raggiungimento del cessate-il-fuoco, per quanto fragile, richiede il fermo sostegno di tutta la Comunità internazionale””Ovunque, le conseguenze di fenomeni globali, dal cambiamento climatico alle disuguaglianze economiche, alle crisi energetiche, si sommano al riaffiorare di radicalismi ed estremismi che rendono, talvolta, difficili le pacifiche convivenze negli stessi Stati e fra gli Stati. Una condizione che viene alimentata da flussi informativi manipolativi che, nell’ambito di conflitti ibridi condotti con vari strumenti ostili, congiungono fronte interno e fronte esterno”.
“Appare, a dir poco, singolare che, mentre si affacciano, in ambito internazionale, esperienze dirette a unire Stati e a coordinarne le aspirazioni e le attività, si assista a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione Europea, alterando la verità e presentandola anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e i diritti dei popoli, sviluppatasi anche con la condivisione e l’apprezzamento dell’intero Occidente, come una organizzazione oppressiva se non addirittura nemica della libertà”.
“Assistiamo oggi alla pretesa di imporre punizioni contro giudici delle Corti internazionali per le loro funzioni di istruire denunce contro crimini di guerra, a difesa dei diritti umani, in definitiva a difesa dei popoli del mondo: sono pretese di un mondo volto pericolosamente indietro, al peggiore passato. Un mondo che si presenta rovesciato e contraddittorio con condanne alla carcerazione di componenti le Corti internazionali ad opera di un Paese promotore, e con suoi giudici protagonisti, del processo di Norimberga”.
(da agenzie)
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