IL PARTITO CONSERVATORE BRITANNICO SCARICA IL PREMIER, RISHI SUNAK: L’EX MINISTRO SIMON CLARKE NE HA CHIESTO PUBBLICAMENTE LA RIMOZIONE, PER EVITARE UNA DISFATTA COLOSSALE ALLE PROSSIME ELEZIONI
IL GOLPE È STATO DISINNESCATO SOLTANTO PER NON CAMBIARE IL QUARTO PRIMO MINISTRO IN UN ANNO E MEZZO, MA PER SUNAK, CHE HA TROVATO UNA GRANDE INTESA CON GIORGIA MELONI, È SOLO QUESTIONE DI TEMPO
Estinzione o regicidio? È il dilemma di fronte al quale si sono
dilaniati in questa ultima settimana i conservatori britannici, fra trame, voci e complotti. Tutto parte da un sondaggio che ha mostrato come alle prossime elezioni (previste entro l’anno) il partito di governo sarebbe letteralmente spazzato via, ridotto a «macerie fumanti», come ha detto Lord Frost, l’ex negoziatore per la Brexit.
Passa qualche giorno e un ex ministro, Simon Clarke, chiede pubblicamente la rimozione del premier Rishi Sunak, ormai incapace di evitare la disfatta. Quello di Clarke si rivela essere un golpe solitario, perché nessuno segue il suo appello: ma in realtà ha dato voce a quello che nel partito molti pensano, ossia che sia meglio rischiare il tutto per tutto e sostituire l’«inutile» Sunak con qualcuno di maggiore appeal .
Il problema, però, è che si tratterebbe del quarto primo ministro in un anno e mezzo (dopo Johnson, Truss e Sunak): non un grande esempio di stabilità per i conservatori. Il premier sembra dunque aver evitato la pugnalata immediata, ma ne è uscito indebolito: e c’è chi dice che la sua caduta sia solo questione di tempo.
Chi dopo di lui? La favorita della base è Kemi Badenoch, ministra dell’Industria e del Commercio, carismatica immigrata nigeriana. Ma all’orizzonte si staglia l’ombra di Mr Brexit, ossia Nigel Farage: che potrebbe essere tentato di scalare i conservatori e trasformarli definitivamente in un partito nazional-populista di destra
(da agenzie)
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