IL PDL SI FA IN TRE ANCHE A STRASBURGO
SCISSIONE ALL’EUROPARLAMENTO TRA PRO SILVIO E A FAVORE DI ANGELINO… IL PPE PRENDE QUELLO CHE C’E’
Quattro ore di riunione e di confronto fra lealisti vecchi futuristi di Silvio e nuovi tradizionalisti alfaniani, poi un rinvio per un secondo round all’ora di cena e la decisione a tarda sera.
La delegazione del Pdl al parlamento ha deciso la scissione, Strasburgo come a Roma. Come atteso, si è scomposta tre parti: Forza Italia, fedele a Berlusconi e in rotta col governo; Nuovo Centro destra (nome provvisorio, si sente dire), in linea col ministro degli Interni e con l’esecutivo Letta; Fratelli d’Italia.
Clemente Mastella, solitario Udeur, risulta aver compiuto l’ennesima capriola per diventare autonomo fra i forzisti.
I nomi, a quanto si apprende, sono quelli di ieri. Adesione alla lista del Cavaliere per le tre eurodeputate che lui scelse personalmente (Ronzulli, Comi, Matera), della Zanicchi, di Iacolino e Baldassarre, quest’ultimo nominato capo delegazione.
Risulta anche che Verdini, e Berlusconi, abbiano avviato un’offensiva di convincimento degli indecisi, uno shopping che alla fine ha gonfiato parecchio la squadra degli irriducibili.
Sul fonte di Angelino Alfano, si incontrano i due pezzi grossi dello schieramento La Via (attuale capo di Pdl confermato alla leadership NCD) e Angelilli (vicepresidente dell’assemblea), ma anche Bonsignore, Mazzoni, Pallone e Antoniozzi.
Solitari i Fratelli d’Italia Scurria e Fidanza, mentre resta un quarto gruppo, i Popolari per l’Europa con gli esponenti di Udc, Fli, Svp e l’ex leghista Rossi.
Tutti insieme, e non proprio appassionatamente, conserveranno il loro posto nella grande famiglia del Partito Popolare europeo, gente pragmatica che in vista delle elezioni di maggio è impegnata a rastrellare tutti i voti possibili.
«Abbiamo una manciata di seggi di vantaggio», confida un pezzo grosso del Ppe. Vuol dire che il gruppo è in testa, ma la vittoria non è sicura: i socialisti e democratici incalzano. «Tutti i voti sono buoni – spiega una fonte europea – anche quelli di Berlusconi».
Il Corriere della Sera pubblica stamane una bella carrellata di foto della Signora Ronzulli, deputata europeo Pdl, che vota con la figlia in parlamento a Strasburgo. Lo fa da due anni. Lei dice che è per restare vicina alla figlia. Qui si pensa che cerchi sempre pubblicità , che una bambina dovrebbe giocare e crescere tra i bambini, e non essere esibita magari a fini elettorali. E’ un comportamento offensivo per tutte quelle madri lavoratrici che la figlia debbono lasciarla ai nonni, ai vicini, o a una tata (sempre che se la possano permettere). La piccola meriterebbe un ambiente più salubre che un aula parlamentare.
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