IL PREMIER PEDRO SANCHEZ VIETA AGLI STATI UNITI DI FAR TRANSITARE SUL TERRITORIO SPAGNOLO GLI ARMAMENTI DIRETTI ALLO STATO EBRAICO
TRUMP, QUINDI, NON POTRA’ SPEDIRE GLI AIUTI MILITARI A ISRAELE ATTRAVERSO LE DUE BASI DI ROTA E DI MORÓN DE LA FRONTERA (CHE MADRID HA DATO IN USO AGLI AMERICANI) … PER PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU, A NEW YORK, IL VELIVOLO DI NETANYAHU HA DOVUTO DRIBBLARE LO SPAZIO AEREO DI SPAGNA E FRANCIA, I DUE STATI CHE ARRESTEREBBERO “BIBI” (SU CUI PENDE UN MANDATO DEL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE)
Fiducia reciproca tra alleati. Così delle «fonti» consultate dal País hanno sintetizzato il criterio in base al quale si presume che gli Stati Uniti rispetteranno il veto posto dalla Spagna al transito sul proprio territorio, nelle proprie acque territoriali e nel proprio spazio aereo — nonché attraverso le basi di Rota e di Morón de la Frontera (spagnole, ma «in uso» agli americani da decenni) — di materiale bellico destinato a Israele, direttamente o con tappe intermedie.
In base alle procedure operative del 2011 che precisano l’Accordo bilaterale con Madrid del 1988, gli Stati Uniti devono chiedere una speciale autorizzazione per i voli che trasportano merci «problematiche» per la Spagna. E sanno che, per il governo spagnolo, le armi dirette verso Israele lo sono eccome.
E, in effetti, a marzo e ad aprile sei F-35 americani destinati a Israele hanno fatto scalo alle Azzorre, che sono portoghesi, per poi seguire la stessa rotta poi usata dall’aereo di Netanyahu per recarsi a New York, un percorso che evita Spagna e Francia, che riconoscono come valido l’ordine di arresto spiccato dal Tribunale penale internazionale contro il premier israeliano.
Quello del socialista Pedro Sánchez è da tempo uno dei governi europei più critici verso lo Stato ebraico: e pochi giorni fa, al termine di un percorso di «disconnessione da Israele» iniziato mesi fa, ha vietato l’esportazione verso Israele non solo delle armi ma anche di ogni altra tecnologia che possa avere un uso militare
(da agenzie)
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