IL SINDACO DI LONDRA: “OCCIDENTE E ISLAM SONO COMPATIBILI, NE SONO L’ESEMPIO”
SADIQ KHAN: “IO SONO EUROPEO, ASIATICO E TIFOSO DEL LIVERPOOL”
Entra discreto, senza annunci o codazzi. Si guarda intorno con la calma bonaria di un insegnante. Si siede. Sorride. È sindaco da meno di una settimana, ma nell’uovo di vetro che è il palazzo di City Hall Sadiq Khan è a proprio agio.
«Grazie di essere venuti», dice al gruppo di giornalisti della stampa estera convocati dal suo staff.
Nell’aria c’è il misto di entusiasmo, energia e voglia di fare che caratterizza l’inizio delle grandi imprese. Non manca un pizzico di confusione: il suo portavoce si scusa di non avere bigliettini da visita.
Non ha ancora firmato il contratto, ammette, ma la sua nomina è interessante. Patrick Hennessy è stato il direttore politico del Sunday Telegraph, il giornale conservatore per il quale ha lavorato Boris Johnson, predecessore di Khan.
Torna in mente la frase del nuovo mayor: «Un sindaco per tutta Londra».
Hennessy premette severo che il tempo a disposizione non è tanto, invita i giornalisti a presentarsi prima di fare domande.
Spetta a Khan rompere il ghiaccio, con una semi-battuta. Ha ricevuto gli auguri dai sindaci delle principali città , «da Bill De Blasio di New York al capitano Kirk, della Nave stellare Enterprise».
L’attore William Shatner si è infatti complimentato attraverso Twitter. Poi torna serio.
Le sue priorità ? «L’integrazione, la sicurezza, l’inquinamento» e, prima di tutto, almeno sino al referendum, «l’Europa»
Lei laburista collaborerà per il referendum con David Cameron, un primo ministro conservatore?
«Certo. Ci siamo già sentiti per coordinarci. Ci sentiremo ancora. Ci sono temi per i quali i partiti vanno messi da parte. I benefici culturali e sociali dell’Europa a Londra sono enormi, ma è per l’economia che l’Europa è fondamentale. Mezzo milione di posti di lavoro a Londra dipendono dall’Europa. Il 60% delle principali società mondiali ha il quartier generale europeo a Londra. Ho parlato con il sindaco di Parigi che mi ha detto, scherzando, che se usciamo dall’Europa le riceverà con un tappeto rosso…».
Donald Trump ha detto che per lei farebbe un’eccezione: sarebbe benvenuto negli Usa anche se musulmano. Che ne pensa?
«Adoro gli Stati Uniti e gli americani. Ho due figlie di 16 e 14 anni e di conseguenza sono stato in tutti i parchi Disney. Ho viaggiato molto, ho visitato diverse città , ho amici e parenti che abitano lì. La mia opinione è che Donald Trump e chi lo consiglia sia molto ignorante sul tema dell’Islam. Puoi essere occidentale e di fede islamica. Le due cose sono compatibili. Io sono britannico di estrazione pachistana, sono europeo, sono un uomo asiatico, sono un londinese, sono un avvocato, un padre, un marito, un tormentato fan del Liverpool. Sono anche di fede islamica. Abbiamo tutti molte identità . Ci sono uomini d’affari che vogliono lavorare con gli Usa che sono musulmani. Ci sono ragazzi brillanti che vogliono studiare negli Usa che sono musulmani. Ci sono bambini come i miei che vogliono andare negli Stati Uniti per visitare Disneyland. Chi parla come Trump fa il gioco degli estremisti. Crea divisione e odio. Spero che la mia campagna e la mia vittoria possano far capire anche al mondo politico statunitense che l’unione può vincere sulla divisione».
È per una vittoria di Hillary Clinton, allora?
«Politicamente siamo più vicini. Sono anche padre di due figlie e non posso pensare a un incoraggiamento migliore che mostrare loro che il leader degli Usa può essere una donna».
Ha parlato dell’importanza dell’Europa per Londra. A quali altri territori guarderà come sindaco?
«I miei nonni emigrarono dall’India al Pakistan. I miei genitori dal Pakistan a Londra. Io sarò la prima generazione di Khan a non spostarmi. Lo sapete, perchè non mi stanco di ripeterlo. Mio padre faceva il conducente di autobus. La mia è una storia londinese e Londra è la città più bella del mondo. Detto ciò, l’India fa più affari con il Regno Unito di tutta l’Europa messa insieme. Come sindaco voglio lavorare il più possibile con i miei colleghi all’estero. Vi faccio un esempio. Il mio predecessore ha portato sulle strade di Londra un autobus che costa 319.000 sterline a esemplare, che ha due rampe di scale e quindi non è adatto ai disabili, che ha finestrini che non si aprono e una batteria con problemi. Se i sindaci delle più grandi città dicessero tutti vogliamo solo autobus super ecologici perchè ci teniamo all’ambiente verrebbero prodotti ottimi autobus verdi a un prezzo accessibile»
Paola De Carolis
(da “il Corriere della Sera“)
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