“MUSSOLINI IL PIU’ GRANDE URBANISTA”: MARCHINI “BRUCIA” ANCORA LA MELONI
“IO DIFFIDO SOLO DEI TIEPIDI PERCHE’ NON SAI SE SONO DI DESTRA O DI SINISTRA”
L’ingegnere romano dopo l’affondo sulle unioni gay è tornato a spiazzare la destra, non solo romana, con un’affermazione, per molti ovvia ma per altri sacrilega, destinata a muovere – o meglio a smuovere – l’elettorato capitolino: «Era il 1968, mio nonno viene invitato alla facoltà di Architettura a Valle Giulia. Gli hanno chiesto, alla fine della lezione, chi è il più grande urbanista in questa città ? Ha risposto che era Benito Mussolini. “Voi siete giovani ma non perdete mai di vista la realtà “, gli ha detto. Ed è per questa lezione che ho deciso di fare politica».
E ancora, a ribadire il concetto: «A mio nonno dicevo “puoi farmi leggere quanto ti pare Lenin, non voto comunista. Però mi ha insegnato molto, come l’onore della parola e di diffidare dai tiepidi, quelli che non sai se sono destra o sinistra».
Un discorso fatto con al fianco il leader de La Destra, Francesco Storace e i candidati al Consiglio comunale e nei 14 Municipi, che hanno scelto di sostenere Alfio Marchini.
«Noi possiamo sventolare la bandiera dell’unità del centrodestra già dall’inizio – ha sottolineato Storace – Marchini è stato l’unico più rispettoso nei confronti della proposta di unità che ho fatto ai candidati. Poi c’è stato questo lampo di genio di Berlusconi che ha preso atto che questa partita andava fatta nel nome dell’unità ».
Un messaggio «choc» per quella destra che forse con troppa fatica, o sicurezza chissà , ha guardato a un centro di moderati e conservatori come un optional da portare in campagna elettorale.
Il «colpaccio» di Berlusconi ha rivoluzionato un disegno che sembrava già concluso. Non solo la scelta di Alfio Marchini come candidato civico ma con una componente di destra “viva e vegeta”.
Non si tratta insomma di mettere il simbolo sotto il nome. In questa sfida, presente e futura, il “nuovo” centrodestra ci crede davvero e misura la partita sul doppio avversario.
I moderati popolari del Pd, che dopo essersi “scrollati” la sinistra mal digeriscono la virata dem per intercettare i voti dell’escluso Fassina; e, soprattutto, Giorgia Meloni. Le frasi provocatorie sulle unioni gay di Marchini: «Da sindaco non celebrerò i matrimoni omosessuali», hanno costretto in qualche modo la candidata Fdi-Lega a “rincorrere”.
Ieri, il bis con Mussolini. Nulla, ovviamente è dato al caso: negli ultimi sondaggi i due candidati sono sempre dati «testa a testa».
Motivo in più per rendere la campagna elettorale più vivace almeno sui temi comuni.
(da “il Tempo”)
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