IL TRUCCO DEL CONDONO ELETTORALE BY GIORGIA MELONI: UNA SANATORIA “AD URNEM” CHE ENTRA IN MANOVRA PER USCIRNE DOPO LE ELEZIONI REGIONALI. COME LE DUE SCARPE DI ACHILLE LAURO: SE FAI ELEGGERE CIRIELLI TI DANNO ANCHE LA SECONDA SCARPA, SE PERDE CAZZI TUOI
L’EMENDAMENTO PROPOSTO DA FRATELLI D’ITALIA SUL CONDONO SARÀ USATO COME LEVA ELETTORALE PER SPINGERE LA CANDIDATURA DI CIRIELLI IN CAMPANIA, MA SE CIRIELLI NON SARA’ ELETTO PRESIDENTE, IL GOVERNO È PRONTO A FARE RETROMARCIA
In un titolo lo si potrebbe definire il «trucco del condono elettorale». Lo si annuncia, lo si infila negli emendamenti “segnalati” da presentare entro martedì, a cinque giorni dal voto, e poi, passate le elezioni campane, se ne può fare a meno. Con una certa spudoratezza, termine non certo avventato visto il contesto e la tempistica, nel giorno del comizio dei leader, con la premier Giorgia Meloni a Napoli, Fratelli d’Italia ha proposto una sanatoria ad urnem.
Il 23 novembre si vota per le Regionali in Campania, la coalizione di governo si compatta dietro alla candidatura di Edmondo Cirielli, arranca nei sondaggi, e così il senatore Antonio Iannone, di Torre del Greco, prova la carta del tutto per tutto: rispolvera il condono del 2003.
Fiore all’occhiello del berlusconismo di inizio millennio, basta riaprirla con un emendamento. Ma questa è notizia dell’altro ieri: esegesi di un post del senatore campano e del conseguente silenzio, che si immagina complice, della sua leader, Meloni.
Questa volta però la tentazione del colpaccio in Campania è troppo forte. Il prezzo da pagare, viene sussurrato da FdI, è qualche giorno di polemica mediatica. Le urne potrebbero ripagarlo, oppure, immediatamente dopo, prima di chiudere il testo della manovra in parlamento, si potrà facilmente tornare
indietro.
Nel frattempo, si userà questa promessa come potente leva elettorale. Martedì in commissione Bilancio al Senato la proposta sul condono sarà inserita nel pacchetto dei 400 emendamenti segnalati, ovvero quelli che verranno esaminati durante l’iter della manovra da qui alla fine dell’anno.
Di questi, secondo la ripartizione concordata tra i gruppi, 238 saranno appannaggio della maggioranza. Al di là che la misura venga approvata o meno, la maggioranza sta studiando un secondo testo con un taglio più campano, così da evitare che la sanatoria sia applicabile in tutta Italia.
L’idea è quella di limitare la platea di chi può accedere, cercando così di tagliare fuori le ville in odore di camorra. Nel 2003 il vecchio condono edilizio dell’allora esecutivo Berlusconi permetteva di mettere in regola – pagando una somma – le opere realizzate senza titolo abilitativo purché conformi alle norme urbanistiche vigenti al 31 marzo 2003.
Il dibattito sulla sanatoria degli immobili stride con l’emergenza abitativa che stanno vivendo le famiglie italiane a causa dell’aumento dei prezzi degli affitti. L’ambizione della premier Meloni di realizzare un piano casa da 15 miliardi è sfumata: il progetto del ministro Salvini stanzia 660 milioni dal 2027 in poi, con la possibilità, forse, di arrivare a 1,3 miliardi utilizzando parte del Fondo sociale per il clima.
(da Fanpage)
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