IN LISTA CON I COMUNISTI UN EDITORE RADIATO PER COMPORTAMENTO ANTISINDACALE
QUESTA CI MANCAVA: PRC E PDCI PRESENTANO ALLE EUROPEE BRUNO DE VITA, EDITORE E LEADER DEI CONSUMATORI…NEL 2006 ALCUNI SUOI REDATTORI ADERISCONO ALLO SCIOPERO E LUI LI LICENZIA… EMERGONO ABUSI: STRAORDINARI NON PAGATI, ORARI NON RISPETTATI, RETRIBUZIONI INADEGUATE, REDATTRICI COSTRETTE A PULIRE I BAGNI… RADIATO DALLA ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA, ORA FA IL PALADINO DEI PRECARI?
Ora fa il paladino dei precari, il difensore degli sfruttati e degli ultimi, ma il volto della sinistra pataccara prende le sembianze di un capitalista sfruttatore del popolo, quello di Bruno De Vita, leader dei Consumatori uniti e ora alleato di Ferrero, Diliberto e Salvi nella corsa a un seggio a Strasburgo.
Ma come, con tutti i giovani precari e disoccupati da candidare, proprio uno radiato dall’Associazione della Stampa per comportamento antisindacale dovevano trovare i rifondaroli e i comunisti?
Vediamo la storia: il De Vita è stato leader dell’ex Unione Democratica per i consumatori, creatura di Bordon e Menzione.
Nel sito si legge “Tutela i tuoi diritti”, peccato che il loro capo non abbia tutelato quello dei suoi dipendenti.
Si dà il caso, infatti, che il nuovo pilastro della lista anticapitalista sia in realtà un capitalista della peggior specie. Il De Vita è stato amministratore unico ed editore di Teleambiente e della collegata Teleagenzia 1 e, in questa veste, ha licenziato in tronco i suoi giornalisti.
Con il risultato di essere radiato dall’Associazione Stampa romana, sindacato unitario dei giornalisti del Lazio, di cui era associato.
Il caso risale al 2006, quando 5 dei suoi redattori aderiscono allo sciopero di dicembre, indetto per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti.
Il De Vita va su tutte le furie e fa trovare su due piedi ai dipendenti la lettera di licenziamento. Sostituisce addirittura le serrature alle porte della redazione e piazza gli effetti personali dei suoi ex redattori sul pianerottolo delle scale.
Cinque giornalisti a quel punto si rivolgono al sindacato di categoria, si avvia un’istruttoria e dopo mesi di lavoro e audizioni ne vengono fuori di tutti i colori.
I redattori denunciano abusi su abusi.
Redattrici costrette a pulire i servizi igienici della redazione, con uso del turpiloquio, gli orari di lavoro mai rispettati, straordinari mai pagati, ferie mai godute, retribuzioni del tutte inadeguate.
Un giornalista accusa che ogni mese nel ricevere lo stipendio ( minimo sindacale) di 1.200 euro per assegno, era obbligato a girare l’assegno allo stesso De Vita, il quale gli versava poi 600 euro in contanti e se ne riprendeva altrettanti.
All’Associazione della Stampa investono della questione il Collegio dei Probiviri.
Risultato, dopo indagini e testimonianze: la radiazione, la sanzione più pesante prevista.
De Vita fa ricorso alla federazione nazionale della Stampa, che però gli dà torto e conferma, all’unanimità , la condanna stabilita già in primo grado.
Lo stesso proboviro che accendendo la televisione e vedendo De Vita ospite di Vespa a “Porta a Porta”, non ci vede più e scrive all’Unità per chiedersi “Ma nessuno gli ha chiesto di rendere conto di quei licenziamenti?”.
Viene da chiedersi come fanno Rifondazione e Comunisti italiani a presentare per le Europee un soggetto chiacchierato come questo. Più vicino all’arroganza di certi capitalisti che alle istanze dei consumatori e dei ceti disagiati.
Radiato perchè si faceva pure restituire metà stipendio dai giornalisti alle sue dipendenze di quel poco che percepivano.
E’ la sinistra al cachemire questa, quella dei salotti bene, altro che difendere i precari e i cassa integrati, ormai persino la sinistra radicale ha trovato i suoi modelli nei padroni delle ferriere.
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