IN STRADA PER PORTARE A CASA 800 EURO AL MESE: LA VITA DEL RIDER CHE HA PERSO UNA GAMBA PER UNA CONSEGNA
E DAL RISTORANTE DOVE ERA PARTITA LA CONSEGNA: “PERCHE’ TUTTO QUESTO CINEMA?”
Finisce qui la corsa di Massimiliano.
Nel reparto di Rianimazione del Policlinico dove si trova in terapia intensiva, ma non in pericolo di vita, il giovane rider di un ristorante al quale hanno amputato una gamba mentre stava facendo una consegna.
L’incidente è avvenuto giovedì pomeriggio alle 15 tra via Montegani e piazzale Abbiategrasso.
Il ragazzo ha cercato di superare un tram non accorgendosi che era in arrivo un altro mezzo. «Capitava spesso che ci facessero fretta. Mi hanno detto che mentre era ancora a terra sotto il tram dal ristorante lo bombardavano di messaggini sul telefonino. “Quando arrivi”. “Ci metti troppo tempo”. “Siamo nella merda con le consegne”. “Allora vuoi essere licenziato…”», racconta uno che ha lavorato con lui per qualche mese.
Lo stipendio è quello tipico della gig economy. 800 euro al mese per una giornata di lavoro dalle 19 alle 3 del mattino, sei giorni su sette che diventano quasi sempre sette su sette. «Massimiliano era un ex militare di carriera. Si era stufato e da Napoli aveva trovato questo lavoretto. Gli piaceva perchè gli dava un sacco di tempo libero». Massimiliano non aveva una fidanzata, non studiava più, per ora gli andava bene così. I pochi soldi tirati su facendo consegne con il suo scooter più le mance gli bastavano appena per pagare una stanza in condivisione con altri ragazzi.
Il ristorante in cui lavorava Massimiliano è legato alla app Just Eat ma non c’era alcun rapporto diretto con la piattaforma come fanno sapere con un comunicato: «Siamo sconvolti e nonostante il fattorino non sia un dipendente di Just Eat ci rendiamo disponibili per qualunque informazione possa rivelarsi utile e di supporto alla situazione».
La Procura di milano ha aperto un’inchiesta. I colleghi di Massimiliano e gli altri rider delle piattaforme di consegna hanno deciso di manifestare mercoledì pomeriggio davanti a Palazzo Marino.
Anche il sindacato vuole vederci chiaro come assicurano dalla Cgil: «Vogliamo capire quale contratto avesse il ragazzo e soprattutto se era assicurato. In questo campo ci sono molti settori al limite della legge».
Dal locale BE Frites di via Vetere angolo corso di Porta Ticinese fanno intanto muro. Al telefono uno dei responsabili è lapidario: «Non ho alcun interesse a rilasciare dichiarazioni. E poi cosa vi interessa fare tutto questo cinema?».
(da “La Stampa”)
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