INDAGINI SULLA MARE IONIO, CI SARANNO VERIFICHE SIA SULL’OPERATO DEL COMANDANTE DELLA NAVE CHE SU QUELLO DI SALVINI
INIZIANO GLI INTERROGATORI A CURA DELLA PROCURA DI AGRIGENTO, IL FASCICOLO E’ CONTRO IGNOTI
Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e l’aggiunto Salvatore Vella hanno convalidato il fermo della nave mare Jonio che era stato disposto ieri dalla Guardia di Finanza che era stato notificato al comandante Pietro Marrone dopo lo sbarco dei migranti.
Oggi a Lampedusa è il giorno degli interrogatori e dell’analisi delle conversazioni radio tra i centri di coordinamento e soccorso di Roma e Tripoli e la plancia di comando della Mare Jonio. Atti istruttori fondamentali per capire come proseguirà l’inchiesta, al momento un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aperto ieri dalla Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio.
Vella è già sull’isola dove, negli uffici della capitaneria di porto, sentirà il comandante Pietro Marrone, l’uomo che ieri mattina ha ignorato l’alt intimato dalla Guardia di finanza al momento dell’ingresso della nave in acque territoriali italiane, ma anche il capomissione di Mediterranea Luca Casarini, l’armatore Beppe Caccia e gli altri componenti dell’equipaggio.
“Non abbiamo ancora fissato la cronologia degli interrogatori, attualmente quindi non è stato sentito nessuno. Stiamo preparando l’attività , abbiamo tre sedi a disposizione dove spostarci per gli interrogatori”, spiega Vella.
Interrogatori al termine dei quali i pm, che sono gli stessi che ad agosto iscrissero nel registro degli indagati il ministro Salvini per sequestro di persona per il caso Diciotti, dovranno decidere se convalidare il sequestro della nave, un sequestro probatorio disposto dalla Guardia di finanza su pressione del Viminale, ma che dovrà essere convalidato dall’autorità giudiziaria entro 48 ore.
L’inchiesta ha due obiettivi: accertare se – come sostiene il ministro Salvini – la Mare Jonio ha operato illegittimamente soccorrendo i 50 migranti in zona sar libica senza obbedire al coordinamento da parte della Guardia costiera di Tripoli e violando gli ordini della Guardia di Finanza ( cosa che secondo la nuova direttiva del Viminale rappresenta una minaccia per la sicurezza pubblica) ma anche se il Viminale ha agito entro i limiti previsti dalla legge, ovvero se c’erano i presupposti affinchè la Guardia di finanza impedisse l’ingresso in acque territoriali italiane di una nave italiana che, per di più, trasportava persone soccorse in mare.
Il comandante Marrone ha giustificato da subito il suo comportamento con motivi di sicurezza visto che, in presenza di onde alte tre metri, la nave rimanendo in alto mare sarebbe stata a rischio.
I 49 migranti, tutti sbarcati ieri sera subito dopo l’approdo della nave alla banchina del porto commerciale, hanno trascorso la loro prima notte nell’hot spot di Lampedusa: sono sono 35
uomini e 15 minori non accompagnati. Gli adulti provengono da Camerun (1), Gambia (5), Guinea (8), Nigeria (9) e Senegal (12). Tra questi è compreso il gambiano sceso a terra per primo per le precarie condizioni fisiche. Quanto alla nazionalità dei minori, uno ciascuno dal Benin e dal Camerun; 2 ciascuno da Gambia e Senegal e 9 dalla Guinea.
(da agenzie)
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