INTERVISTA A FASSINA:”RENZI E’ AMBIGUO, LE SUE PROPOSTE SONO PROPAGANDA, LA NOSTRA IDENTITA’ E UN VALORE”
CUPERLO: “MA IL SINDACO VUOLE CAMBIARE IL PORCELLUM?”
«Il primo requisito di Renzi, che si candida a ricostruire il paese, deve essere la serietà … invece fa una operazione culturalmente ambigua».
Stefano Fassina, vice ministro all’Economia, non risparmia attacchi al “rottamatore”.
Come del resto Gianni Cuperlo, lo sfidante del sindaco di Firenze che Fassina sostiene.
Cuperlo accusa Renzi di non volere davvero cambiare la legge elettorale: «Il Porcellum lo cancelliamo o no? Non l’ho capito dal discorso alla Leopolda».
E Fassina rincara. Un “caterpillar cappottato” che fa “proposte pari a zero sulla legge si stabilità ” sono le sue bordate contro Renzi.
Il disaccordo tra voi è sempre più profondo, Fassina
«Il primo requisito di una classe dirigente che si candida a ricostruire il paese deve essere la serietà , ripeto. Mi riferisco non solo a Renzi, anche a tutti quelli che, da Brunetta a illustri commentatori, chiedono coraggio sulla legge di stabilità , e poi fanno seguire proposte generiche e inutilizzabili. Adesempio, dovrebbero indicare quali sono le misure coraggiose per tagliare di 20 miliardi all’anno il cuneo fiscale. Quando si propongono come copertura le dismissioni o l’intervento sulla spesa in conto capitale, si deve sapere che sono entrate una tantum, che non possono essere utilizzate per riduzioni permanenti di imposte».
Le giudica sbagliate?
«Dico che il contributo di proposte di Renzi sul taglio del cuneo fiscale sono pari a zero. E non è serio nella situazione drammatica in cui siamo, fare propaganda».
Se Renzi diventa segretario del Pd, lei cambia partito?
«Assolutamente no. Ma mi impegnerei per fare cambiare rotta al Pd di Renzi».
Quella di Renzi è una vittoria annunciata alla guida del Pd?
«I conti li facciamo la sera delle primarie, l’8 dicembre, nonostante l’opportunismo di molti dirigenti. Con Cuperlo combattiamo una battaglia controcorrente, con uno schieramento mediatico straordinariamente sfavorevole e con la consapevolezza che una parte dell’elettorato del Pd è segnata da subalternità culturale al riformismo neo liberista e dalla personalizzazione della politica».
Accusa il sindaco di Firenze di essere un Berlusconi della sinistra?
«Sto dicendo che anche noi risentiamo del ventennio alle nostre spalle».
Sulla legge elettorale e la difesa del bipolarismo può esserci sintonia?
«Sulla legge elettorale il Pd è per il doppio turno. Dopo di che, per approvare la legge è necessaria una maggioranza possibilmente larga. A Norcia nel seminario della Fondazione “Magna Charta” con Gaetano Quagliariello e Maurizio Sacconi del Pdl, abbiamo discusso della necessità di condividere un quadro di principi senza i quali ricadiamo nel bipolarismo rissoso e inconcludente della Seconda Repubblica. Nel Pd siamo tutti convinti che le larghe intese siano un evento d’emergenza. E tutti puntiamo a un governo alternativo al centrodestra».
Il “basta larghe intese” di Renzi è un avviso di sfatto al governo Letta?
«Spero di no. È l’obiettivo da tutti condiviso per ripristinare un’alternanza tra schieramenti avversari. Comunque la durata del governo non la definiscono nè Berlusconi nè Renzi ma l’efficacia della sua attività »
Anche lei, come Cuperlo, critica l’assenza di bandiere del Pd alla Leopolda?
«Sì, mi preoccupa, Dobbiamo essere fieri della nostra identità di partito».
Meglio una bandiera in meno e una croce sulla scheda in più?
«Per avere una croce in più ci vuole una identità chiara e forte, non tentare di fare operazioni culturalmente e politicamente ambigue ».
Renzi è per lei ambiguo e poco serio?
«Vedo rischi. Sostengo Cuperlo perchè ha una proposta di innovazione radicale e culturalmente autonoma».
Giovanna Casadio
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