INVECE DELL’ IMU ECCO LA SERVICE TAX: ALLA FINE SI PAGHERA’ DI PIU’, GRAZIE SILVIO
ALIQUOTE E TARES DECISE DAI COMUNI: COME PDL E PD LO METTERANNO IN QUEL POSTO AGLI ITALIANI… ALLA FINE PAGHERA’ ANCHE CHI NON HA CASA ED E’ IN AFFITTO E COLPIRA’ I REDDITI BASSI
Piace ai sindaci. Non dispiace ai partiti.
La Service tax, l’ipotesi numero otto del dossier Saccomanni, potrebbe essere la soluzione del rebus Imu.
Anche perchè è l’unica a godere del rating di “alta efficienza”, il bollino affibbiato dal ministero dell’Economia alle nove alternative per ridisegnare l’imposta sulla casa.
Di contro, graverebbe anche su chi proprietario non è.
Sarebbe proporzionale alla numerosità delle famiglie.
E regressiva, picchiando duro sui redditi bassi.
In sintesi, consentirebbe di dire al Pdl: abbiamo abolito l’Imu sulla prima casa.
Al Pd: l’abbiamo restituita ai Comuni.
Con il rischio per tutti che diventi molto più cara del vecchio balzello
La proposta di intervento è chiara.
Lo Stato mette due miliardi (la metà di quanto costerebbe cancellare del tutto l’Imu prima casa) a disposizione dei municipi, allentandone il patto di stabilità .
E “derubrica” l’Imu a “problema di finanza locale”.
In pratica, la affida completamente nelle mani degli ottomila sindaci italiani, consentendo loro di portare anche a zero l’aliquota. Operazione che ora non possono fare: quella base sulle prime case è del 4 per mille, può scendere o salire di due scalini (di solito lievita), mai diventare zero.
Di fatto i sindaci, con le regoli attuali, possono esentare o scontare i proprietari solo giocando con le detrazioni.
Nel momento in cui l’Imposta municipale sugli immobili diventasse effettivamente ciò per cui è stata concepita, ovvero un’imposta federalista, i Comuni conquisterebbero più ampi margini di manovra.
Ma non finisce qui.
Se si vuole cancellare l’Imu sulle prime abitazioni, sembra dire il dossier Saccomanni (online sul sito del ministero), mancano ancora due miliardi.
Come trovarli?
Utilizzando con sapienza la Service tax, in pratica la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e i servizi che entrerà comunque in funzione a fine anno.
Questa tassa non copre solo i noti balzelli sulla spazzatura, ma anche tutti i “servizi indivisibili” da pagare al Comune: illuminazione, marciapiedi, pulizia, sicurezza, manutenzione e così via.
Con possibilità per i Comuni di applicare pesanti aumenti.
Altrove in Europa si fa già . Si paga in base ai metri quadri della casa in cui si abita. Dunque non solo i proprietari, ma anche chi è in affitto.
E poi: più conviventi, più tassa.
Un problema per le famiglie numerose. Ma anche per gli inquilini.
E per il mercato immobiliare, vendite e affitti, già in pesante crisi da anni.
Un’altra strada, da combinare eventualmente con la Service tax — suggerisce sempre il dossier — è agire sulle abitazioni sfitte che oggi pagano l’Imu ma non l’Irpef.
Mentre quelle locate versano sia l’una che l’altra (cedolare secca o scaglioni). Ricondurre le case sfitte all’Irpef produrrebbe gettito per consentire alle imprese e ai lavoratori autonomi di dedurre (almeno in parte) l’Imu pagata sugli immobili strumentali dal reddito d’impresa.
Valentina Conte
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