ISRAELE, ESPLODE LA RABBIA DEI TURISTI ITALIANI: “TRATTATI COME APPESTATI”
NON SOLO CONNAZIONALI RESPINTI IN AEROPORTO, MA CENTINAIA SONO QUELLI BLOCCATI NEL PAESE, COSTRETTI A DUE SETTIMANE DI QUARANTENA… ATTEGGIAMENTI OSTILI NEI ORO CONFRONTI, ALBERGATORI RIFIUTANO DI OSPITARLI
“Un tizio con la mascherina è appena venuto a portarmi la cena tenendosi a metri di distanza, è davvero spiacevole. Ci sentiamo degli appestati”.
Margherita, turista trentina di 80 anni, è in vacanza con un gruppo di circa dieci persone in età avanzata nel sud di Israele.
Quando si è diffusa la notizia del cittadino israeliano positivo al coronavirus dopo essere rientrato dall’Italia pochi giorni fa, il viaggio si è trasformato in un incubo.
“La sera, siamo arrivati in un kibbutz nel deserto del Negev e gli albergatori hanno cominciato a dire che non ci avrebbero accolti a causa del coronavirus malgrado avessimo prenotato,” racconta. “Soltanto dopo che il tour operator li ha minacciati dicendo che sarebbero incorsi in sanzioni, e dopo una lunga attesa sull’autobus, una signora dai modi bruschi è venuta a prenderci uno a uno con la mascherina, relegandoci nelle stanze senza facoltà di uscire. Hanno opposto una resistenza durissima, è stato molto spiacevole.”
Fonti diplomatiche italiane dicono a Repubblica che non si tratta dell’unico caso: l’ambasciata di Tel Aviv “riceve molte chiamate di persone che hanno difficoltà a trovare un alloggio” e che hanno subito “atteggiamenti ostili.”
Da ieri pomeriggio il ministero della Salute israeliano ha pubblicato una serie di comunicati contradditori quanto alle sorti di chi è arrivato nel paese dall’Italia.
Prima sembrava che la quarantena domestica toccasse a tutti coloro i quali fossero tornati dall’Italia nelle ultime due settimane, poi soltanto quelli in arrivo da oggi.
Ma la notizia del signore risultato positivo al corona virus in Israele dopo essere rientrato da Milano su un volo El-Al domenica 23 ha fatto passare la linea dura. Quattordici giorni di quarantena assoluta per chiunque sia arrivato dopo il 13 febbraio, fino al compimento di due settimane dalla data di arrivo in Israele.
E soprattutto chiusura agli arrivi di tutti i non israeliani dal territorio italiano. Dozzine di italiani sono stati respinti alla frontiera mentre la compagnia El-Al ha deciso di interrompere i voli.
Non è chiaro cosa vogliano fare le altre compagnie, da Easyjet a Ryanair, mentre su Twitter un passeggero che doveva partire con Alitalia si lamenta di non aver ricevuto il rimborso del biglietto.
Il turismo italiano in Israele è cresciuto vorticosamente negli ultimi anni, in parte grazie al “Open Skies agreement” con l’Unione europea dopo il quale sono iniziati i collegamenti low cost.
Nel 2018 sono atterrate oltre 150.000 persone dal nostro paese: solo da 5 paesi al mondo sono arrivati più turisti che dall’Italia. Nel 2019 i numeri sono andati ancora crescendo.
E’ dunque quasi certamente almeno nell’ordine delle centinaia il numero di turisti italiani che attualmente si trova in difficoltà in Israele.
Come attenersi all’obbligo di legge della quarantena domestica di 14 giorni, se in Israele non si ha una casa? E dove andare, se molti alberghi iniziano a non accettare italiani?
“Molti alberghi non vogliono prendere italiani, sostengono di essere al completo,” racconta Rebecca Treves dell’agenzia di viaggio per italiani in Israele “Secret Gardens”. “Tutti i viaggi in entrata sono cancellati, ma non si capisce che fare con le persone che sono già qui,” spiega.
Non sono solo i turisti italiani a fare le spese del coronavirus. Lunedì il Paese torna al voto per la terza volta quest’anno, e come da tradizione, i partiti organizzano le serate presso le proprie sedi con dei punti stampa. Ma chi fra i giornalisti italiani ha fatto richiesta di accredito per partecipare alla serata elettorale del Likud, il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha visto la propria richiesta negata. “C’è il coronavirus, non possiamo accettare giornalisti dall’Italia per motivi di sicurezza”
(da “La Repubblica”)
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