L’EX SINDACO MARINO ASSOLTO IN CASSAZIONE: MASSACRATO DAI GRILLINI PER NULLA
ERA ACCUSATO DI PECULATO E FALSO: “IL FATTO NON SUSSISTE”… IL SUO LEGALE: “GIUSTIZIA E’ FATTA
La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna a due anni di reclusione nei confronti dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino “perchè il fatto non sussiste”.
Marino, assolto in primo grado e condannato in appello, era accusato di peculato e falso per la vicenda degli scontrini delle cene di rappresentanza quando era sindaco della Capitale.
Al centro del processo, la rendicontazione di una cinquantina di cene, per un totale di circa 12 mila euro, che Marino aveva pagato con la carta di credito di rappresentanza del Campidoglio durante i 28 mesi del suo mandato tra il 2013 e il 2015.
Dopo l’assoluzione in primo grado da tutte le accuse, Marino l’11 gennaio dello scorso anno era stato condannato a due anni dai giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Roma.
Il pg Mariella De Masellis nell’udienza di questa mattina aveva viceversa sollecitato l’assoluzione “perchè il fatto non sussiste”.
La sentenza di secondo grado, secondo il pg della Suprema Corte, andava annullata senza rinvio. Richiesta accolta dopo una lunga Camera di consiglio dai giudici della Cassazione.
Anche nel secondo grado di giudizio era stata confermata, invece, l’assoluzione per l’accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine.
Bisognerà ora attendere le motivazioni alla base del verdetto assolutorio della Cassazione che, di norma, vengono depositate entro 90 giorni.
“Giustizia è stata fatta. Finalmente oggi è stato restituito l’onore che merita al professor Marino”, afferma l’avvocato Enzo Musco, difensore dell’ex sindaco di Roma.
“Sono contento – aggiunge – che il procuratore generale abbia integralmente sposato la nostra tesi difensiva e abbia ricordato a noi tutti l’autonomia della valutazione giuridica, il che vuol dire che il giustizialismo politico deve rimanere fuori dalle aule dei tribunali”.
Gli “accusatori politici e materiali di questo processo, rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale – continua il legale – erano gravemente in malafede e a tal proposito invito a rivedere quel video di De Vito pubblicato il 2 ottobre del 2015 dove si evincono le modalità con le quali si volevano acquisire i documenti contabili della Giunta Marino”.
L’allora sindaco della capitale, prima delle sue dimissioni l’8 ottobre del 2015, si difese in tutte le sedi e con forza contro gli attacchi dell’opposizione e di membri del suo stesso partito, il Pd: “Gli esposti presentati contro di me sono vergognosi, scritti da persone in malafede o ignoranti” riferendosi alle denunce dei due partiti di opposizione, e spiegava ad esempio che “gli scontrini riferiti alla tintoria non riguardano il lavaggio dei miei vestiti ma di quelli storici dei trombettieri di Vitorchiano che accompagnavano le visite in Campidoglio di Capi di Stato o autorità internazionali”.
“Non ho mai – aveva più volte dichiarato – usato denaro pubblico per miei fini personali, semmai il contrario: a volte ho speso il mio denaro personale per fini pubblici come a New York a inizio settembre quando, al termine di una vacanza negli Usa, decisi di pagare 7-800 euro di hotel di tasca mia nonostante fossi lì per un incontro col sindaco Bill De Blasio”.
(da agenzie)
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